Una birra al fronte (2022) è un film che sintetizza ed esalta alcuni momenti di una storia realmente accaduta. C’è un breve documentario del 2015 di una decina di minuti, The greatest Beer Run Ever (poi titolo originale del film) visibile su YouTube con i protagonisti reali che vi può introdurre alla pellicola disponibile su Apple TV+.
Le imprese impossibili spesso si realizzano.
New York 1967, un gruppo di amici si ritrova spesso in un bar a bere birra. Sono esaltati per l’intervento americano in Vietnam e per il patriottismo dei giovani militari. Tra essi vi è John Donohue, soprannominato Chickie, ganassa e pirlone, lavora qualche mese all’anno sulle navi mercantili e per il resto del tempo vive sulle spalle dei genitori frequentando il bar del Colonnello, ex militare, interventista e guerrafondaio.
Quattro amici del quartiere sono in Vietnam a combattere e Chickie tra una pinta e l’altra la spara grossa: Andrei a trovarli per portar loro una birra.
Forse con incoscienza e per orgoglio parte veramente imbarcandosi come motorista su una nave diretta a Saigon. Camicia maniche corte a quadri verde/bianca, jeans bianchi e scampanati, un borsone pieno di lattine di birre americane, si ritrova spaesato ma convinto della sua missione. Resterà in Vietnam un paio di mesi vagando con mezzi di fortuna, camion, jeep, aerei militari rintracciando i quattro amici di quartiere, due di questi in prima linea.
Quando incontra i militari si sente dire: Hai un gran cuore Chickie, ma è il tuo cervello che mi preoccupa.
Tutti sono allibiti per la sua pazzia di consegnar loro una birra in segno di amicizia e solidarietà, la drammaticità e l’inutilità della guerra li ha profondamente segnati, tornerebbero subito a casa, ma il gesto di Chickie li rincuora e conforta, c’è qualcuno in patria che si ricorda di loro.
Una birra al fronte è un film che parte come commedia con Chickie un po’ macchietta, ma che pian piano vivendo la brutalità della guerra e vedendo la disillusione dei soldati arriva ad affermare: La guerra è questa, una gigantesca scena del crimine.
John Chickie Donohue resterà segnato da quello che ha vissuto e tornerà in patria con una consapevolezza diversa, non solo sulla mostruosità del conflitto, ma soprattutto maturato e deciso a vivere con serietà la propria vita futura.
Non è una pellicola politica e antimilitaristica, si prende coscienza dell’orrore della guerra, al contempo vi è il cambiamento e la crescita personale di un uomo che nella sua folle impresa porta delle lattine di birra calda a degli amici. Chi oserebbe una cosa del genere?
Chickiè è impersonato da Zac Efron con baffetti alla Freddie Mercury e abbigliamento in stile Uba-Uba, svoltolato inizialmente ma pieno di umanità e man mano sempre più convito della sua missione.
Chiaramente la narrazione di Una birra al fronte è un po’ romanzata, viene anche scambiato per un’agente CIA con tanto di facilitazioni negli spostamenti, ma se guardate le testimonianze degli amici soldati nel breve documentario vi renderete conto che è tutto vero.
Il grillo parlante che lo accompagna a Saigon è il disincantato fotografo Arthur (interpretato da Russell Crowe), mentre il Colonnello patriota ha il volto di Bill Murray. Due particine che non sono due camei: Bill Murray è l’emblema dell’intervento imperialista, Russell Crowe il testimone sul campo.
Il regista è Peter Farrelly, che ha diretto il bel Green Book (2018) e aveva scelto Viggo Mortensen per vestire i panni di Chickie, ma per impegni è stato sostituito da Zac Efron, scelta azzeccata, tanto che il regista lo ha coinvolto per il cast della commedia Ricky Stanicky – L’amico immaginario (2024 – Prime Video).
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