Ha fatto il giro della rete, diventando in poco tempo virale, la lettera della ragazza che si è infettata e poi ha contagiato il padre, i nonni e la cugina 12enne. Studentessa universitaria fuori sede, Martina stava trascorrendo l’estate tra spiaggia, palestra e serate con gli amici all’aperto. Una sola volta ha fatto eccezione, per la festa di compleanno di un caro amico. Risultata positiva al coronavirus, nel frattempo aveva contagiato la sua famiglia. E ora il padre è in terapia intensiva. Ha quindi scritto una lettera al Corriere della Sera per sensibilizzare i giovani al rispetto delle misure anti Covid. «Decidemmo che per una sera non sarebbe successo niente. Fu l’inizio del film horror che sto vivendo», racconta la giovane. La settimana dopo quella festa ha cominciato ad avvertire sintomi come raffreddore e tosse. Pensava che era colpa dell’aria condizionata e neppure il dottore era convinto che fossero sintomi da Covid. «Continuai a fare la mia vita normale, andavo a mangiare al ristorante con papà, giocavo a carte con i nonni e ci mettevamo a guardare la tv tutti insieme sul divano». La settimana dopo scoprì che nella discoteca dove era andata c’era stata una persona positiva. Sottoposta al tampone, apprese così della sua positività.
CORONAVIRUS, LETTERA MARTINA “IL MIO INCUBO PER UNA FESTA”
A causa della sua positività, tutti i familiari furono sottoposti al tampone per il coronavirus. Alla fine, solo la mamma è risultata negativa. Positivo il padre, la cugina 12enne e i nonni. Lei, la cugina e la nonna non hanno avuto problemi e dopo un mese in casa sono guarite. Il nonno è finito in ospedale, poi è stato dimesso e ora si sta riprendendo. Invece il padre è peggiorato. «Siccome stavo bene lui mi diceva che tanto non era il virus, che non aveva voglia di starmi lontano: “Dai, Marti, che poi ritorni a Madrid e non ci vediamo per tanto tempo”. E anch’io pensavo così, e gli ho dato abbracci e baci… voglio tanto bene a papà». Ma nella lettera inviata al Corriere della Sera spiega che da due settimane è in terapia intensiva. «Sta lottando con tutte le sue forze, e io non posso vederlo, non posso aiutarlo, non posso ritornare indietro». Ora Martina deve fare i conti con i rimorsi. «Non me lo potrò mai perdonare. Ormai non ho più fame, ma devo sforzarmi di mangiare sennò la mamma sta male. Non riesco più a fare niente, nemmeno alzarmi dal letto al mattino, però lo faccio, per la mamma e per la nonna. A volte provo a fingere un sorriso per alleviare la loro preoccupazione». Quella che pensava sarebbe stata un’estate noiosa si è trasformata in un incubo. «È diventata la peggiore della mia vita». Ora gli resta la speranza di essere utile ai suoi coetanei con la sua storia e che il padre si riprenda presto.