Secondo altre fonti, il furto della Natività del Caravaggio, opera attorno a cui ruota il film in onda questa sera su Rai Uno “Una storia senza nome”, coinvolgerebbe il boss Gaetano Badalamenti, che avrebbe tenuto l’opera in casa propria. In realtà, i risultati dell’inchiesta pubblicata nel 2018 dalla Commissione parlamentare antimafia, hanno condotto all’individuazione di un trafficante svizzero, scomparso da anni, ritenuto l’acquirente della Natività, grazie alla mediazione effettuata proprio da Badalamenti.



Stando a quanto dichiarò il pentito Spatuzza, la tela venne abbandonata in una stalla in attesa di essere venduta sul mercato nero, rovinata dai maiali e dai topi. Pare che un mercante d’arte avesse proposto a un giornalista inglese l’acquisto del capolavoro, ma la sera dell’incontro con i trafficanti, il 23 novembre del 1980, il terremoto dell’Irpinia avrebbe fatto saltare del tutto l’operazione e, ancora oggi, non si hanno notizie dell’opera. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



Una storia senza nome: il furto del 1969

La pellicola del 2018, “Una storia senza nome”, diretta da Roberto Andò e con Micaela Ramazzotti e Alessandro Gassmann è ispirata ad una storia realmente avvenuta. Il film infatti parte dal furto della Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi, celebre opera del Caravaggio, fatto accaduto a Palermo nella notte tra il 17 ed il 18 ottobre 1969. Si tratta di uno dei tanti crimini rimasti impuniti e che costellano la storia d’Italia. Tuttavia, nel caso specifico, si tratta anche di un fatto molto complesso dal momento che il furto ha riguardato un dipinto di elevata importanza, il cui valore oggi si attesta intorno ai 20 milioni di dollari.



L’opera fu trafugata dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo e ad oggi non risulta ancora essere stata recuperata. Sul luogo mancavano le misure di sicurezza nonostante il valore e l’importanza del dipinto e si stabilì in seguito che il crimine fu commissionato dalla mafia. In merito a quanto accaduto, nel corso degli anni emersero numerose teorie sul destino della Natività del Caravaggio ma non ci fu mai nessuna certezza.

Una storia senza nome, la storia: opera del Caravaggio trafugata, le varie teorie

Grazie alla pellicola di Roberto Andò, una storia che rischiava di essere dimenticata per sempre è tornata alla luce e proprio su tale evento il regista ha costruito poi la trama della pellicola, un thriller divertente e ricco di colpi di scena. “E’ una storia che mi riguarda”, ha commentato il regista ad Askanews, “perché è palermitana e ne ho un ricordo d’infanzia”.

Così come accadde nella realtà, anche nella pellicola c’è l’ombra della criminalità organizzata. “I pentiti che hanno scritto la sceneggiatura di quel fatto, hanno manipolato i fatti, hanno violato la città sottraendo un capolavoro alla collettività, si dice addirittura che il quadro sia stato dato ai porci o usato come scendiletto”, ha spiegato Andò riferendo solo una delle numerose ipotesi circa la vera storia dell’accaduto e che si sono susseguita tra gli anni 70 agli inoltrati anni 2000. Tra le altre tante ipotesi c’è anche quella che l’opera del Caravaggio possa essere stata  seppellita nelle campagne di Palermo, dopo numerosi e vani tentativi di venderla. Presunto responsabile di questo furto sarebbe il boss Gerlando Alberti, ma le indagini non hanno mai fatto luce su quanto accaduto lasciando così il caso avvolto nel mistero e nell’omertà.