Unabomber chi è? Da decenni, in Italia l’interrogativo è senza risposta e infiamma le cronache a cadenza più o meno regolare, quando tornano in testa nuovi e vecchi elementi di un’indagine che non ha mai portato a identificare il criminale che seminò il terrore nel Nord-est del Paese dal 1994 al 2006 con ordigni esplosivi piazzati in diversi luoghi pubblici, dalle spiagge alle sagre, passando per supermercati, chiese e cimiteri.
La scia di attentati italiani ricordava quando stava avvenendo oltreoceano, negli Stati Uniti, con il caso di
Theodore Kaczynski, l’Unabomber americano e genio della matematica che sarebbe finito in manette nel 1996 e poi all’ergastolo dopo aver provocato, con i suoi pacchi bomba spediti tra il 1978 e il 1995, 3 morti e 23 feriti. In Italia ad agire fu un emulatore? Non è mai stato chiarito.
Unabomber chi è: da Theodore Kaczynski negli Stati Uniti al criminale mai identificato in Italia
In Italia, l’esordio della scia di attacchi con 32 ordigni esplosivi artigianali nascosti in oggetti di uso comune come scatole di uova e pennarelli, avvenne nel 1994 mentre la stampa di tutto il mondo seguiva la storia sconvolgente di Theodore Kaczynski, il matematico di origine polacca nato in Illinois nel 1942 e accusato di aver provocato morti e feriti con pacchi bomba inviati via posta tra il 1978 e il 1996.
Il nome stesso “Unabomber” rimanda al modus operandi, o meglio al contesto al quale Kaczynski avrebbe rivolto i suoi attacchi: sta infatti per “University and Airline Bomber“, coniato dall’Fbi proprio per identificare le azioni dell’Unabomber americano che colpiva nelle Università e aveva tentato una strage a bordo di un aereo nel nome di una “guerra” senza sconti alla tecnologia. In Italia invece, Unabomber – forse un emulatore del criminale poi arrestato negli USA – non è mai stato identificato.
Unabomber, il dilemma italiano: le ipotesi sulla sua sorte
Ad oggi, le ipotesi sulla fine della parabola criminale di Unabomber in Italia (registrata con l’ultimo attentato del 2006 lungo l’argine del Livenza) sono almeno 3: il misterioso attentatore potrebbe essere morto oppure potrebbe essere stato arrestato per altri reati, senza però essere mai collegato ai fatti di cui parliamo, oppure potrebbe aver deciso di smettere di colpire. Un dilemma, al pari di quello che da mezzo secolo avvolge la conclusione degli omicidi seriali del Mostro di Firenze, tuttora senza soluzione.
Sull’identità del criminale che agì nel Nord-est italiano a partire dal 1994, ci sono almeno altrettante ipotesi tra cui quella di una sua appartenenza ad ambienti militari. Certo è che, negli anni finora trascorsi da quei terribili fatti, le indagini non hanno portato a identificarlo e, in un caso eclatante, imboccarono la pista sbagliata portando sotto accusa, poi definitivamente scagionato dopo una gogna mediatica che lo avrebbe segnato per sempre, Elvo Zornitta, un ingegnere incensurato della provincia di Pordenone che poi si rivelò non avere alcun legame con i crimini attribuiti a Unabomber.