UNABOMBER, 30 ANNI DI MISTERI: DAL ‘CASO ELVO ZORNITTA’ AL…
Unabomber, chi è? Le indagini, le piste seguite dagli inquirenti e tutte le persone coinvolte nella ricerca da parte della giustizia del terrorista seriale, mai identificato fino a oggi, che ha seminato il terrore nel nord-est italiano dal 1994 al 2006 e il cui nome, affibbiatogli dalla stampa, si rifà al ‘celebre’ antecedente di Theodore Kaczynski negli Stati Uniti: ecco un compendio di una delle storie di cronaca nera più misteriose degli ultimi anni, in concomitanza con la riproposizione stasera sul Nove del documentario in due episodi sul bombarolo responsabile di vari attacchi dinamitardi tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia. E se qui di seguito ripercorriamo a grandi linee una lunga e tortuosa vicenda dal punto di vista cronachistico e delle indagini, in un altro pezzo diamo conto della riapertura del caso dopo 30 anni grazie a nuove analisi sui reperti a disposizione degli inquirenti.
Unabomber, la storia di un attentatore che, almeno in Italia, è ancora senza nome nè un volto. Il nickname, come accennato, ha origini americane e fu affibbiato dall’FBI all’uomo condannato all’ergastolo e morto in prigione nel 2023 per aver provocato decine di feriti e tre vittime con i suoi pacchi-bomba, identificato come il matematico Theodore Kaczynski: nel fascicolo del Bureau a lui dedicato, Unabomber stava per “University and Airline Bomber” dal momento che colpiva soprattutto negli atenei USA e aveva progettato una strage su un aereo in volo. Per estensione, alla controparte italiana di questo lupo solitario (che tuttavia non pare avere motivazioni filosofico-ideologiche alla base delle sue azioni come quelle di Kaczynski) è stato attribuito lo stesso nome: tuttavia quest’emulo di Unabomber aveva cominciato a colpire a metà Anni Novanta con marchingegni esplosivi nascosti in oggetti di uso comune.
CHI E’ UNABOMBER: INDAGINI IN QUIESCENZA, MA IL DNA SUI REPERTI DI…
La scia di attentati esplosivi di Unabomber in diversi luoghi pubblici nel nord-est italiano è durata quasi dodici anni per concludersi nel 2006 in un altro episodio registrato lungo il fiume Livenza (dopo che tre anni prima anche una bimba di 9 anni era rimasta ferita a causa di un ordigno in un pennarello) e lasciare l’identità del responsabile nell’ombra. Nel corso degli anni sono stati diversi i nomi finiti al centro delle cronache e considerati il presunto bombarolo, ma nessuno di loro è mai stato collegato agli attentati: tra questi ricordiamo Elvo Zornitta, un ingegnere poi scagionato da ogni accusa, Ezio Zernar, un poliziotto che aveva lavorato all’indagine e fu poi accusa di aver falsificato delle prove, venendo in seguito condannato. A zavorrare le indagini da questa sponda dell’Atlantino, a differenza degli USA, la mancanza di un vero movente (ecoterrorismo, coinvolgimento di ambienti dell’estrema destra, un lupo solitario) dietro questa scia di ordigni, cosa che ha finito per complicare l’attività investigativa.
Prima della recente riapertura del caso con del DNA potenzialmente interessate ritrovato su dei reperti, l’indagine su Unabomber era finita in una fase di quiescenza (non vi sono stati nuovi attentati esplosivi) e con le varie piste che avevano portato a dei vicoli ciechi; non va dimenticato che a inficiare le inchieste furono anche errori commessi dagli stessi inquirenti, senza dimenticare fughe di notizie che avevano sollevato polemiche in passato. Se tra i principali indizi in mano agli investigatori -e che potrebbero portare a svolte in futuro- ci sono ordigni inesplosi, una impronta digitale parziale, il prezioso DNA repertato dal Ris di Parma e acquisito da capelli e tracce di saliva e vari profili criminologici stilati nel corso degli anni, parlando dei presunti Unabomber ricordiamo che i sospetti erano caduti a turno su Andrea Agostinis, indagato a metà Anni Novanta, la pista del militare statunitense di stanza in Italia, il già citato Elvo Zornitta (per la cui vicenda processuale fu risarcito dalla Stato nel 2022 con 300mila euro) e altre persone residenti tra Aviano, Sacile e il Pordenonese.