Unabomber, il documentario su Rai 2: la storia di Theodore Kaczynski

Questa sera, giovedì 13 ottobre, alle 21.20 su Rai 3 andrà in onda il documentario “Unabomber“, dedicato alle vicende dei due criminali – uno americano e l’altro italiano – le cui azioni hanno occupato la cronaca e i giornali di tutto il mondo tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni 2000. Il documentario è una coproduzione Rai Documentari e Verve Media Company, scritto da Luciano Palmerino e Giuseppe Rinaldi e Valentina Magrin e diretto da Alessandro Galluzzi.



L’Unabomber americano si chiamava Theodore Kaczynski, mentre quello italiano non è mai stato scoperto. Proprio da lui parte il documentario, grazie alle testimonianze del giornalista e scrittore Gianni Riotta, di Gary Wright, una delle vittime scampate e di David Kaczynski, il fratello di Theodore. Unabomber” è un acronimo che sta per University and Airline Bomber, nome in codice dato dall’Fbi, perché Kaczynski colpiva nelle Università e aveva cercato di fare una strage su un aereo in volo. 



Unabomber, la testimonianza di Gary Wright sopravvissuto a Theodore Kaczynski

Nel docufilm “Unabomber” sarà possibile ascoltare la testimonianza di Gary Wright, una delle vittime sopravvissute e che in seguito è diventato amico del fratello di Kaczynski.  Il 20 febbraio 1987 Unabomber attaccò un negozio di computer a Salt Lake City, in Utah. “Mi sento fortunato ad almeno raccontare la mia storia“, ha detto Wright a KSL Tv. Wright, proprietario di una società di riparazione e manutenzione di computer, stava andando al suo negozio: “Nel parcheggio sul retro e ho notato un pezzo di detriti, sembrava materiale da costruzione, vicino a dove erano parcheggiate le auto… L’ho raccolto in quel momento e immediatamente ho sentito questo enorme senso di pressione nel mio petto e ho sentito un suono simile a quello di un aereo da combattimento che passa sopra, quindi un suono stridulo e acuto“.



Dopo l’esplosione, Gary Wright è diventato amico di David Kaczynski, fratello di Unabomber. “David ha contattato e scritto lettere a chiunque fosse stato una vittima. Nel corso degli anni, siamo rimasti vicini. È stato un buon rapporto per entrambi, credo”, ha raccontato Wright.