300mila euro di risarcimento a Elvo Zornitta

Il nome di Elvo Zornitta per lunghissimi anni è stato collegato da chiunque abbia seguito la vicenda, a quello dell’attentatore bombarolo Unabomber. L’attentatore operò indisturbato per 12 anni, tra il 1994 e il 2006, tra Veneto e Friuli e a lui sono attribuiti 28 ordigni. Zornitta è stato per lungo tempo al centro delle indagini, creduto responsabile degli attentati, salvo poi scoprire solamente anni dopo che non c’entrava nulla con il famigerato bombarolo.



Comunque sia, tra il 2004 e il 2009 (quando il suo nome fu cancellato dal registro degli indagati, con tanto di scuse da parte degli inquirenti), durante le lunghe indagini su Unabomber, la vita di Elvo Zornitta è stata rovinata completamente. Il tribunale in questi giorni gli ha riconosciuto un indennizzo per i danni da 300mila euro che secondo Zornitta e il suo legale sono troppi pochi, rispetto alla sua richiesta originale di 1 milione di euro. “Diciamo”, sostiene in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, “intanto che io non ho visto ancora un euro, per il resto lasciamo perdere”, puntando il dito contro la giustizia italiana.



Elvo Zornitta: perché si credeva fosse Unabomber

Le indagini su Unabomber, va sottolineato, sono state piuttosto dure e complesse, tanto da spingere gli inquirenti a operare con la massima attenzione e cura, che non venne messa quando su considerato Elvo Zornitta. Le indagini sul colpevole degli attentati brancolarono per lungo tempo nel buio, fino a quando nel 2004 un poliziotto scientifico, Ezio Zernar presentò delle prove “inconfutabili”. In un ordigno inesploso di Unabomber era stato rinvenuto un pezzo di lamiera, tagliato con una forbice compatibile ad una sequestrata a Zornitta.



Tuttavia, dopo alcuni anni si scoprì che l’inconfutabile prova presentata da Zernar altro non era che un prova contraffatta da lui stesso per accusare Elvo Zornitta e risolvere il caso di Unabomber. Zornitta in breve è passato dall’essere un mostro, all’essere un povero cittadino coinvolto in un fatto che non lo riguardava. Chiese i danni allo stato, la sua carriera era rovinata, i rapporti personali anche e si trovava in una generale condizione di povertà. Il tribunale di Venezia ha riconosciuto a Zornitta un indennizzo da 300mila euro, che il suo avvocato Maurizio Paniz ritiene “insufficiente” e fa sapere di aver impugnato la sentenza.

Al contempo, come se tutto quello che è successo a Elvo Zornitta non fosse sufficiente, lo stesso Stato ha deciso di impugnare la sentenza del tribunale veneto, ma per le ragioni opposte. Infatti, si tratterebbe di un importo troppo alto che “noi consideriamo ingiusto”, dichiara l’avvocato Simone Cardin che rappresenta lo Stato.