Fino a non molto tempo fa Victoria’s Secret e i suoi “Angeli” dominavano il mondo dell’underwear. Reggiseni push-up, mutande in pizzo, corpetti, giarrettiere e i vari capi del celebre brand statunitense erano pensati per un tipo di clientela che in qualche modo ricordasse o ambisse alla silhouette degli Angeli, ovvero le modelle statuarie e dai fisici scolpiti che ogni anno calcavano l’ambita passerella di Victoria’s Secret con addosso un paio di ali monumentali. L’ossessione del brand nei confronti di un corpo privo di difetti, atletico e slanciato, è emerso anche nei vari video workout – promossi per le giovani che desideravano raggiungere gli standard di bellezza delle loro beniamine – che vedevano gli Angeli alle prese con allenamenti estenuanti.
Inoltre Victoria’s Secret non ha mai smentito le indiscrezioni riguardo l’alimentazione poco sana fatta per lo più da beveroni a cui le modelle dovevano sottoporsi a pochi giorni dalla sfilata. Per anni dunque il noto marchio di lingerie ha sdoganato l’idea che un corpo perfetto esiste ed è quello degli Angeli. Ne è una prova la campagna della linea Body, che ritraeva delle modelle magrissime con tanto di slogan “The Perfect Body”, diventata il centro di una controversia che ha travolto il marchio. Contro la linea Body è stata lanciata una petizione online che ha racconto più di 300.000 firme. Victoria’s Secret non si è mai scusata per l’accaduto, ma ha agito cambiando lo slogan da “The Perfect Body” a “A Body For Every Body”.
La fine del mito di Victoria’s Secret e la rivoluzione dei brand inclusivi
Negli ultimi anni, seppur la questione sia ancora molto calda, le cose sembrano aver preso una piega decisamente diversa. Il mito di Victoria’s Secret agli occhi delle nuove generazioni ha perso luce e fascino, grazie anche alle diverse campagne di sensibilizzazione volte all’accettazione del proprio corpo. I nuovi brand di underwear come Savage x Fenty di Rihanna, Skims di Kim Kardashian, Parade e Cuup e molti altri si rivolgono ad una clientela più inclusiva toccando anche le plus size, regalando un’esperienza d’acquisto economicamente accessibile che non si limita ai soliti capi di lingerie noiosi e monocolore, ma che varia tra modelli colorati, sexy e audaci.
Questi brand nascono anche da un disagio provato dalle stesse fondatrici durante la ricerca dell’intimo perfetto. È il caso di Kim Kardashian che ha fondato Skims, il brand underwear nato non solo per adattarsi a qualsiasi tonalità di pelle ma anche per modellare la silhouette, a causa dei vari problemi che lei stessa ha riscontrato in termini di vestibilità. Parade invece si fa portavoce anche di un’idea di moda sostenibile, portando sul mercato capi realizzati con materiali riciclati e sostenibili che vanno dalle taglie più piccole a quelle più grandi.