Péter Szijjártó, ministro degli affari esteri dell’Ungheria, in un post pubblicato su Facebook ha spiegato che intorno al 23 luglio è stata avviata un’azione contro l’Ucraina in merito al divieto di spedizioni di petrolio. “È passata più di una settimana e la Commissione europea non ha fatto nulla” ha scritto il 30 luglio il politico sui social. E ancora: “Bruxelles tace, nonostante metta in pericolo la sicurezza energetica di due Stati membri dell’UE, nonostante la cristallina violazione dell’accordo di associazione UE-Ucraina“.



Secondo Szijjártó, ci sono due opzioni che possano spiegare la mancata risposta di Bruxelles. La prima è che “la Commissione europea è talmente debole che non riesce a far valere gli interessi fondamentali di due Stati membri contro un candidato”. La seconda opzione è invece è che “tutto è stato inventato non a Kiev, ma a Bruxelles, nemmeno il governo ucraino, ma la Commissione europea ha voluto ricattare i due Paesi che sostengono la pace, che si sono rifiutati di spedire armi”.



L’Ucraina fa infuriare l’Ungheria: “Perché la Commissione Europea non prende provvedimenti?”

Dopo aver bloccato il transito del petrolio russo, l’Ucraina ha scatenato le ire dell’Ungheria. Secondo il ministro degli affari esteri ungherese Péter Szijjártó “la Commissione europea e personalmente la Presidente Ursula von der Leyen devono confessare immediatamente: Bruxelles ha chiesto a Kiev di vietare il trasporto petrolifero? In caso contrario, perché la Commissione europea non ha preso provvedimenti in più di una settimana?”. L’azione dell’Ungheria è arrivata insieme alla Slovacchia: i due Governi hanno chiesto provvedimenti da parte della Commissione europea, affinché l’Ucraina consenta di nuovo il transito del petrolio greggio della compagnia russa Lukoil ai due Paesi, che ha interrotto ormai da quasi due settimane, mettendo nei guai i due Paesi.

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