Una consultazione per proteggere il Paese dalle politiche dell’Unione europea. L’ha lanciata oggi l’Ungheria, presentandola come uno strumento a difesa del Paese. Dal 2015 il governo del primo ministro Viktor Orban usa spesso le consultazioni, avvalendosi anche di estese campagne, per rivendicare la legittimità delle sue posizioni e attaccare le politiche dell’Ue. Questa nuova indagine, dal titolo “Consultazione nazionale sulla difesa della nostra sovranità“, è finanziata dai contribuenti ungheresi e non ha alcun valore legale. Ma Orban ha dichiarato che in caso di «conferma» delle sue politiche da parte dei cittadini, avrebbe potuto continuare a «resistere» nella battaglia con Bruxelles sull’immigrazione.
Stando a quanto riportato da Euractiv, la consultazione è formato da 11 domande, ognuna delle quali offre solo due alternative tra cui scegliere. In tutti i casi tranne uno, la prima opzione è sostenere la posizione del governo ungherese e opporsi alle presunte politiche dell’Ue. Nella giornata di venerdì il governo ungherese ha reso pubbliche le domande incluse nel sondaggio sulla sua pagina Facebook. Quasi tutti i quesiti sono legati alle reali o presunte politiche dell’Ue, inclusa l’immigrazione.
NUOVA CONSULTAZIONE UNGHERIA: LE DOMANDE
L’Ungheria fa parte dell’Unione europea dal 2004, ma con la salita al potere di Viktor Orban nel 2010 si è scontrata regolarmente con i partner europei, non solo sull’immigrazione, ma anche su questioni come diritti LGBTQ e l’indipendenza dei media e dei tribunali. Inoltre, l’Ungheria si oppone a una riforma delle norme sull’asilo che punta a condividere l’ospitalità dei richiedenti asilo tra i membri dell’Ue o a contribuire ai costi per gestire il fenomeno. Nella consultazione c’è una domanda in cui si afferma che «Bruxelles vuole creare ghetti di migranti» in Ungheria. Un altro quesito afferma che «le sovvenzioni da Bruxelles alle organizzazioni palestinesi sono arrivate anche ad Hamas».
Ma nessuna di queste affermazioni è provata. Ci sono poi quattro domande del sondaggio che riguardano l’Ucraina. In particolare, la potenziale adesione all’Ue, il piano europeo per inviare più armi e sostenere finanziariamente Kiev e il divieto di importazione dell’Ungheria sui prodotti agricoli ucraini. Se i rapporti dell’Ungheria con l’Ucraina sono tesi per la questione dei diritti della minoranza ungherese nella regione della Transcarpazia, d’altro canto con la Russia sono stretti.
LE PRESUNTE INTERFERENZE ESTERE
L’ultima domanda della consultazione riguarda «il denaro proveniente da Bruxelles e dall’estero» usato per influenzare la politica ungherese. Il questionario, inviato ai cittadini, va restituito tramite posta entro il 10 gennaio. Ma sarà possibile compilarlo anche online a breve, ha assicurato su Facebook la portavoce del governo Alexandra Szentkiralyi. Non si tratta del primo sondaggio anti-Ue lanciato da Orban sulle politiche europee. Ad esempio, l’anno scorso c’è stata una consultazione sulle sanzioni dell’Ue contro la Russia. Invece, nel 2020 ce n’è stato uno sulle misure economiche COVID, sul piano di ripresa dell’Ue, sull’immigrazione e sul miliardario ungherese-americano George Soros. Circa 1,4 milioni degli otto milioni di elettori ungheresi, ovvero il 17,5%, risposero al sondaggio. Alla luce delle loro risposte, il governo affermò che il 97% degli ungheresi era contrario alle sanzioni russe.