Il tema dell’immigrazione è sempre molto dibattuto. I Paesi che si affacciano sul mare sono di solito i più colpiti dal fenomeno, trovandosi a fare le spese anche di quegli Stati più restii ad ospitare rifugiati e clandestini, al punto di arrivare ad una situazione di saturazione tale da richiedere l’adozione del ‘pugno duro’. Misure restrittive non sono mai però considerate ben accette (vedasi le polemiche intorno al Ministro degli Interni Piantedosi). E ora nel mirino delle critiche è entrato anche il Regno Unito. Il recente disegno di legge potrà cancellare addirittura il diritto di asilo?



Stiamo parlando della proposta di legge presentata il 7 marzo al Parlamento britannico dalla ministra dell’Interno Suella Braverman, in base al quale chiunque arrivi via mare attraverso il Canale della Manica in maniera irregolare sarà sottoposto a detenzione per 28 giorni, senza che vi sia alcuna possibilità di presentare cauzioni o ricorsi. Dopo tale periodo scatterà poi l’immediato rimpatrio nel paese d’origine o in un paese terzo.



Immigrazione, cosa ne sarà del diritto d’asilo in Gran Bretagna

La ratio del disegno di legge britannico consisterebbe nello smisurato incremento, dal 2020 ad oggi, di arrivi tramite il Canale delle Manica di imbarcazioni di fortuna traghettanti immigrati irregolari. Come riporta il giornale ‘LaCroix’ nel 2022 sono stati 45.755  gli immigrati arrivati nel Regno Unito, contro i 10mila del 2020. E secondo il rapporto pubblicato dall’organizzazione ‘Refugee Council ‘ la maggiore provenienza sarebbe concentrata soprattutto negli Stati dell’Afghanistan, Iran, Siria, Eritrea e Sudan. Data l’insostenibilità della situazione si stanno cercando soluzioni radicali per far fronte a questo fenomeno. Soluzioni culminate ora col citato disegno di legge, non scevro da critiche su più fronti. Tra queste spicca la polemica dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, che ha ritenuto la proposta di legge “una violazione flagrante della Convenzione sui rifugiati”. Il timore si fonda infatti sulla possibilità che, se il testo dovesse passare, molti richiedenti asilo si vedrebbero privare in toto di un loro diritto. La tutela semmai subentrerebbe solo in un secondo momento perchè, da come si legge nel testo presentato, i motivi di contestazione legati alla garanzia dei diritti umani sarebbero considerati solo dopo l’espulsione.

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