La guerra tra Israele e Hamas coinvolge anche la zona di confine a sud del Libano, coinvolgendo anche la base Unifil a Naqoura, missione a cui prendono parte anche 1.103 militari italiani. Un razzo ha colpito il quartier generale dell’organizzazione, che ne ha dato notizia su X precisando che non ci sono stati né feriti né vittime. «La nostra sede di Naqoura è stata colpita da un razzo e stiamo lavorando per verificare da dove. Le nostre forze di pace in quel momento non erano nei rifugi. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito», recita il comunicato di Unifil, Forza di Interposizione in Libano dell’Onu creata il 19 marzo 1978 con le risoluzioni 425 e 426 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Nel comunicato evidenzia che nella giornata odierna sono stati osservati «intensi scontri a fuoco in diverse zone lungo la Linea Blu tra il territorio libanese e Israele. Ci sono stati scontri su entrambi i lati della linea blu».
L’obiettivo resta quello di «collaborare attivamente con le autorità su entrambi i lati della Linea Blu per allentare la situazione», d’altra parte «purtroppo, nonostante i nostri sforzi, l’escalation militare continua». Unifil esorta, quindi, «tutte le parti coinvolte a cessare il fuoco e a permetterci, come forze di pace, di contribuire a trovare soluzioni. Ricordiamo a tutte le parti coinvolte che gli attacchi contro i civili o il personale delle Nazioni Unite costituiscono violazioni del diritto internazionale che possono costituire crimini di guerra».
“UNIFIL NON ERA UN OBIETTIVO, RAZZO DA HEZBOLLAH”
Il razzo che ha colpito la base Unifil in Libano sarebbe stato lanciato da Hezbollah. Lo riporta il Corriere della Sera, citando fonti militari. Il razzo avrebbe raggiunto un’area logistica all’interno della base di Naqura dove non c’erano in quel momento soldati. Ma le fonti precisano che la base Unifil non era l’obiettivo del lancio e c’è stato un calcolo impreciso della traiettoria. Il portavoce di Unifil, Andrea Tenenti, a LaPresse ha dichiarato: «Per quel che riguarda la traiettoria ancora stiamo cercando di verificare le informazioni, potrebbe anche essere che sia stato un razzo che è partito per andare verso Israele ed è caduto prima nella nostra base. Non possiamo sapere lanciato da chi». Al momento, comunque, non risulta l’evacuazione della base che comunque può essere decisa solo dall’Onu.
CROSETTO “PRONTI A FAR RIENTRARE SOLDATI ITALIANI”
«La situazione resta quella di questi giorni, si tratta di un missile deviato, che non ha causato alcun danno. Non era un missile lanciato sulla base. Ma la situazione rimane grave», dichiara il ministro della Difesa Guido Crosetto all’AdnKronos. Il suo dicastero e il governo «mantengono la situazione sotto controllo, monitorando ogni minuto l’evolversi delle cose». Non si esclude, «qualora ci fossero pericoli come quelli che ieri hanno determinato la mia scelta di far rientrare in Italia i carabinieri della missione addestrativa di stanza a Gerico», che venga «fatta la stessa cosa». Crosetto precisa che «se i nostri contingenti fossero in pericolo, la scelta sarebbe scontata, anche perché i nostri militari sono lì, in Libano, con regole di ingaggio molto chiare che non prevedono né la preparazione né l’attrezzatura per qualcosa di diverso da Unifil, che è un’operazione di monitoraggio».
Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani che su X ha dichiarato: «Solidarietà al contingente Onu nella base di Naqura che oggi è stata colpita da un razzo. Sono oltre 1000 i soldati italiani che fanno parte della missione Unifil nel Sud del Libano. Per fortuna nessun ferito. Un abbraccio ai nostri militari».