Stretta di Unilever sulla pubblicità di cibi e bevande diretta ai minori. La multinazionale ha annunciato di volere elevare a 16 anni la soglia di età del pubblico di giovanissimi verso cui limitare le proprie attività di advertising e le campagne veicolate sui social media.
La direttiva, che sarà applicata all’intero portafoglio di prodotti della company e dovrà essere adottata nei diversi Paesi in cui la società è attiva entro gennaio 2023, si ispira a cinque principi fondamentali: non indirizzare specificatamente ai minori di 16 anni comunicazioni di marketing o campagne veicolate sui social; non raccogliere o memorizzare dati relativi a questo target; non utilizzare influencer, celebrità o star dei social media di età inferiore ai 16 anni o che si rivolgono principalmente a minori di 16 anni; rendere chiaro ed evidente se un influencer ha ricevuto prodotti o compensi e limitare l’appeal che i contenuti degli influencer possono esercitare sui bambini; continuare ad astenersi dal promuovere i marchi o prodotti nelle scuole, fatta eccezione per la partecipazione a campagne educative, quando espressamente richiesto.
“Riconoscendo il potere che i social media e l’influencer marketing possono avere sulle scelte dei bambini – spiega Matt Close, President Ice Cream di Unilever -, pensiamo sia importante applicare una strategia di marketing responsabile a un target che si spinge fino ai 16 anni, e questo tanto nei media tradizionali quanto nei social media. Il nostro obiettivo è continuare a ridurre l’esposizione dei bambini alla pubblicità di cibo e bevande e, nel mentre, supportare i genitori nella scelta degli sfizi più appropriati, da gustare ogni tanto”.
Nel 2003 Unilever è stata tra le prime aziende ad applicare misure specifiche per la commercializzazione dei propri prodotti alimentari e ristorativi ai più piccoli. E l’azienda ha continuato a seguire questa strada adottando principi nuovi e migliorando quelli già praticati. L’ultimo importante aggiornamento è datato 2020, anno in cui Unilever ha annunciato l’intenzione di interrompere le sue attività di promozione dirette a bambini di età inferiore ai 12 anni per quanto sul fronte dei media tradizionali e di età inferiore ai 13 anni su quello dei canali dei social media. E ora arriva la nuova mossa. Va detto però che legislazioni di alcuni Paesi in cui opera la multinazionale – come, per esempio, Regno Unito e Portogallo -, fanno sì che le nuove disposizioni appena introdotte da Unilever siano in realtà già parzialmente rispettate, pienamente rispettate o perfino superate.
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