La scatola nera nelle autovetture ha indicato, anche ai meno avveduti, che il mondo delle assicurazioni avrebbe ottenuto grandi vantaggi – e altrettanti ne avrebbe trasferiti ai suoi clienti – immagazzinando dati. “Dati sì, ma non solo. Dati e informazioni” ci tiene a precisare Renzo Avesani, Chief Innovation Officer di Unipol Gruppo e amministratore delegato di Leithà. Leithà è una società del Gruppo Unipol, nata sei anni fa (e che oggi occupa 70 persone) con l’obiettivo di fornire al business assicurativo tutto il flusso di innovazione che proviene dalla gestione dei Big Data e dell’intelligenza artificiale.



“Sono le fonti eterogenee che offrono informazioni complesse, ben oltre il singolo dato, e proprio la capacità di leggere e gestire le informazioni offre a Unipol un vantaggio competitivo” aggiunge Avesani. Immagini, suoni, tracce digitali, tutto deve essere analizzato e usato per la comprensione dei comportamenti dell’assicurato, per la creazione di nuove aree di rischio valutabile (e quindi assicurabile) e la creazione di nuove applicazioni funzionali allo sviluppo del business.



Le attività di Leithà intervengono su tutti i processi produttivi del Gruppo Unipol, dalla sottoscrizione di polizze al processo di liquidazione.

Accedere ai sensori (dalla black box allo smartphone per l’auto oggi, ai dispositivi indossabili domani) e acquisire informazioni: è la missione di Leithà al servizio delle attività del Gruppo Unipol.

“Siamo di fronte a una sfida epocale che ci impegnerà tutti per lungo tempo – commenta Avesani –, ma che potremo vincere soltanto se saremo in grado di sfruttare al massimo la grande opportunità offerta dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il Gruppo Unipol ne è consapevole, e a conferma di ciò già tre anni fa ha deciso di partecipare alla creazione di iFab, International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development”.



L’esperienza maturata in iFab ha spinto il Gruppo Unipol ad essere in prima fila, assieme al mondo produttivo e della Ricerca italiana, nello sviluppo delle attività legate al Pnrr.

L’Italia si gioca il proprio futuro andando nella direzione della trasformazione digitale, dello sviluppo di un’economia sostenibile e soprattutto della valorizzazione del capitale umano. Sono questi gli obiettivi della Missione 4 del Pnrr, che prevede attività di formazione e sviluppo di applicazioni negli ambiti delle Tecnologie abilitanti chiave (Key Enabling Technologies) tra cui simulazione avanzata e Big Data, Agritech, Fintech, Mobilità Sostenibile e Medicina di Precisione. Di fatto l’impegno del Gruppo Unipol nel suo nuovo piano industriale.

“Le analisi da sole non bastano più – continua Avesani – occorre cercare le fonti migliori di nuove e più complete informazioni, che possano fornire l’opportunità di sviluppare applicazioni utili all’analisi del rischio e al processo produttivo dell’Assicurazione”. Rispetto alle attività tradizionali degli attuari – concentrati necessariamente sui numeri, sulle serie storiche, sulle tabelle di confronto, i dati, appunto – le compagnie di assicurazione manifestano ogni giorno di più la necessità di acquisire informazioni, capaci di aiutare a comprendere al meglio i comportamenti a rischio.

Acquisire informazioni incrocia sempre la sfera della privacy. “Google e Amazon, per fare due esempi, non ci hanno mai chiesto nulla e sanno di noi tutto o quasi – commenta Avesani. Noi, d’altra parte, siamo convinti che sia sempre necessario acquisire l’autorizzazione all’uso dei dati e delle informazioni. La consapevolezza è un valore da preservare e diffondere”.

“È evidente quanto l’esperienza di iFab, ispirata dal nostro Gruppo, abbia fatto scuola: l’intento di mettere attorno a un tavolo i grandi attori dell’economia italiana per realizzare un’operazione di sistema che coinvolga tra l’altro la quasi totalità degli atenei italiani, è stata guidata dal disegno ispirato inizialmente dal presidente Carlo Cimbri. Con lo stesso spirito da ‘aggregatori’ – aggiunge Avesani – Gruppo Unipol ha deciso di aderire ai progetti del Centro Nazionale della Mobilità Sostenibile con base a Milano e del Centro Nazionale Hpc, Big Data e Quantum Computing con base a Bologna, attorno a cui orbitano molte aziende e altre grandi eccellenze del made in Italy. In questo modo si è concretizzata l’idea di partecipare a iniziative di altissimo profilo, mettendo a disposizione il know how della nostra società per supportare al massimo lo sforzo che il Paese sta compiendo nel rilanciare i processi di trasferimento tecnologico, anche in ottica sostenibilità”.

“La nostra partecipazione a iniziative tanto articolate – conclude Avesani – ha ovviamente profonde motivazioni industriali: la digitalizzazione ha reso possibile e necessaria una innovazione infrastrutturale dei processi di produzione e di fornitura di servizi. Noi come Gruppo lo sappiamo bene perché, dai tempi del lancio della black box, siamo precursori di questo cambiamento. In un prossimo futuro, se non già oggi, la sfida si giocherà fra chi ha deciso di adottare completamente il nuovo approccio digitale e chi sta ancora cercando di adeguarsi”.

(Marco Barbieri) 

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