Il gruppo Unipol, lo scorso 6 ottobre 2023, ha presentato i risultati di una ricerca condotta dall’Osservatorio Generation Ship con la collaborazione di Kkienn. Questo si prefigge di offrire un punto di vista originale su lavoro, famiglia, socialità e benessere, approfondendo le tematiche attraverso i comportamenti della Generazione Z e dell’impatto della tecnologia su alcune sfere della vita pubblica e privata, particolarmente incidenti nella vita dei più giovani.
Complessivamente, dall’evento di presentazione dell’Osservatorio Generation Ship di Unipol, presentato in occasione della Milano Digital Week all’Università IULM, è emerso come la Generazione Z si affidi sempre di più ai social network e alle app di incontri per conoscere nuove persone ed avviare relazioni sentimentali o sessuali, mentre si avverte anche il peso schiacciante dei canoni di bellezza imposti dalla società e dagli stessi social. “Abbiamo deciso di creare un osservatorio denominato Generation Ship”, spiega Fernando Vacarini, direttore Changes Unipol, “perché crediamo che esistano diversi osservatori sul mercato poco inerenti all’aspetto socio-culturale. Ecco, noi pensiamo che per affrontare questa tematica bisogna affrontare le cose da un punto di vista sociale e culturale“.
I dati elaborati dall’Osservatorio Generation Ship di Unipol
Dall’analisi svolta dall’Osservatorio Generation Ship di Unipol è emerso come, in generale, i social hanno reso, per le nuove generazioni, più semplice esprimersi a livello sessuale ed emotivo (specialmente per la Gen Z), ma anche più semplice trovare e scegliere un partner (Millenials). Complessivamente, il 38% della Generazione Z (16-27 anni) ha dichiarato di aver utilizzato i social per avviare nuove storie sentimentali, ma emerge anche una generale diffidenza verso le app di incontri, ancora privilegiate dai Millenials (37%).
Infatti, riporta l’Osservatorio Generation Ship di Unipol, le ultime generazioni dimostrano una diffidenza nelle app soprattutto per la paura di incontrare persone diverse (46%), oppure malintenzionati (39%), ma anche per i dubbi della stabilità di una relazione iniziata in base all’aspetto fisico (39%). A livello di vantaggi, invece, riconoscono la possibilità di trovare persone con interessi simili (52%), la comodità (47%) e la possibilità di fare nuove conoscenze (42%). La Generazione Z, a differenza dei Millenials, secondo i dati dall’Osservatorio Generation Ship di Unipol, utilizza le app più per il loro aspetto ludico e ricreativo (incontrare nuove persone o passare il tempo) che per quello sessuale (prevalente per il 41% dei Millenials). A livello sessuale, invece, sono le donne ad affidarsi maggiormente alle app, soprattutto al fine di avviare relazioni a lungo termine.
Le criticità di social e app per la Gen Z e i Millenials
Insomma, secondo l’Osservatorio Generation Ship di Unipol la Generazione Z e i Millenials fanno un uso massiccio di social e app di incontri per conoscere nuove persone ed instaurare relazioni amorose, seppur con alcuen differenze. Emerge, però, anche come i canoni di bellezza imposti sui social finiscano per accentuare la percezione dei difetti fisici del 68% degli intervistati, mentre un giovane su 2 (il 51%) della Gen Z avverte pesante la pressione imposta da quei canoni.
Il malessere per i canoni di bellezza, secondo l’Osservatorio Generation Ship di Unipol, è inversamente proporzionale all’età, pesando soprattutto sulle ragazze della Gen Z (66%) e riducendosi progressivamente fino al minimo del 39% per i Baby Boomers (59% per i Millenials e 55% per la Gen X). “La generazione Z sono i nativi digitali, hanno un’idea di cosa fare col digitale molto più precisa. Hanno un orientamento molto più adattato alla situazione in cui siamo, per cui non pensano che il mondo debba essere diverso da come è. I millennials sono più sensibili ai temi sociali, quindi hanno uno sguardo e anche un maggior realismo nella comprensione di che cosa va fatto. Per esempio hanno un’idea della politica e della riforma dello Stato come passaggi necessari, che invece i più giovani non hanno”, commenta Massimo Di Braccio, direttore di Kkienn che ha contribuito all’analisi dall’Osservatorio Generation Ship di Unipol.
Il sociologo: “L’uso dei social per le nuove generazioni è spesso incompreso”
Parlando dell’analisi dall’Osservatorio Generation Ship di Unipol, il sociologo Massimo Di Braccio, ci ha anche tenuto a sottolineare che “i media non hanno capito tante cose delle nuove generazioni“, in particolare per quanto riguarda “l’uso della rete [e] le attività online” che spesso vengono considerate “patologiche, in termini di tempo di collegamento, di cosa fanno sulla rete e di quali effetti ha sulla loro psicologia”.
Analizzando i tre temi, infatti, sottolinea come i risultati dell’Osservatorio Generation Ship di Unipol abbiano evidenziato una realtà diversa. “Il fatto che loro sanno tanto collegati è falso. Ci sono statistiche che dimostrano che la differenza rispetto alle generazioni più grandi è piccola. La seconda, sull’utilizzo, è interessante: perché svolgono attività online che sono diverse da quelle delle altre generazioni, più leggere, si intrattengono in rete e quindi hanno dei consumi paragonabili a quelli che gli adulti hanno con la televisione“. Differentemente, però, a livello dell’impatto, come dimostra la parte dedicata alla percezione della bellezza dall’analisi dell’Osservatorio Generation Ship di Unipol, il sociologo sottolinea come “sono più sofferenti, quindi ansia, disturbi del sonno, anche isolamento“, effetti reali ma che andrebbero considerati anche in relazione “all’età che hanno i ragazzi, per cui quelli della generazione Z sono ragazzi relativamente piccoli”.