Il mondo dell’Università, come in generale quello di scuola e ricerca, sono in fibrillazione per capire come e quando potranno ricominciare a pieno regime dal prossimo settembre: non arrivano però buone nuove dall’ultimo rapporto Svimez presentato oggi dove si prevede che per l’anno 2020-2021 vi possa essere un crollo degli iscritti agli atenei italiani di almeno 10mila persone in meno, di cui due terzi al Sud. Le conseguenze della crisi Covid-19 potrebbero abbattersi, secondo l’associazione che promuove lo studio delle condizioni economiche del Mezzogiorno, si faranno sentire eccome nei prossimi mesi con più settori colpiti e con l’università che potrebbe non esserne esente: replicando lo stesso schema che si è manifestato all’indomani della crisi 2008-2009 e nell’ipotesi di un peggioramento dei tassi di passaggio scuola-Università ai livelli degli anni precedenti, lo Svimez sostiene che vi possa essere una forte diminuzione di immatricolati su scala nazionale. Circa 9.500 studenti di cui circa 6.300 nel Mezzogiorno e 3.200 per il Centro Nord, riporta la stima Svimez: «una valutazione dei possibili effetti della crisi Covid sulle iscrizioni all’ Università nel prossimo anno accademico, basata su quanto accadde nella precedente crisi, fa scattare l’allarme, soprattutto con riferimento al Mezzogiorno» scrive l’istituto.



RAPPORTO SVIMEZ SUI RISCHI DELL’UNIVERSITÀ

Il problema insomma è che nei percorsi di formazione post-Superiori non si prosegua per timore o per i costi alti da sostenere e ci si fermi così davanti alla Maturità: saranno 292mila i maturati al Centro Nord mentre sono 197mila al Sud, con lo Svimez che sottolinea «si stima quindi una riduzione del tasso di proseguimento di 3,6 punti nel Mezzogiorno e di 1,5 nel Centro-Nord» in merito all’impatto crisi economica-tasso di passaggio tra scuola superiore e università. Il declino dell’iscrizione agli atenei, secondo i calcoli Svimez, parte dal 2003 in poi facendo esaurire i pur importanti effetti positivi scaturiti dalla riforma della laura 3+2 in quasi tutti i corsi universitari: «è iniziato un lento declino nei tassi di proseguimento esasperato dalla crisi 2008-2009 che ha portato il Mezzogiorno a registrare i tassi di proseguimento scuola-Università più bassi dell’intera area euro», riporta lo Svimez. In meriti ai dati più recenti pre-Covid, ovvero riferiti al 2019, il Sud Italia ha ancora 12.000 immatricolati in meno rispetto al 2008 e un tasso di passaggio di oltre 5 punti percentuali più basso. Il Centro-Nord invece ha registrato per l’intero periodo «un aumento di 30.000 immatricolati circa e un aumento di oltre un punto percentuale del suo tasso di passaggio».

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