I test di Medicina sono di nuovo nella bufera per la presunta compravendita di domande denunciata da alcuni studenti. La ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha chiesto la convocazione del Crui e del consorzio Cisia per avere informazioni riguardo presunti abusi. Cisia ha fatto sapere al ministro che le indiscrezioni sono infondate, confermando che non ci sono state irregolarità, ma le verifiche sono ancora in corso. “È nostro interesse fare piena luce su questa vicenda a tutela innanzitutto degli studenti“, precisa al Sole 24 Ore. Si tratta della prima prova pratica, quindi c’è disponibilità a rivederli. “Vogliamo che l’anno accademico inizi bene e con regolarità, e soprattutto vogliamo un sistema che funzioni perché il nostro obiettivo è continuare ad aprire, sempre in maniera sostenibile, l’accesso a medicina“.



Nel futuro c’è la trattativa sulla Manovra. “Università e ricerca non sono una voce di spesa, sono un investimento“. D’altra parte, Bernini è consapevole che “questa legge di bilancio non sarà semplice, ma ci sono delle priorità che il governo non mette in discussione“. A partire dalla tutela del diritto allo studio. “Quest’anno ci siamo dati un altro obiettivo: garantire borse di studio anche agli idonei non beneficiari, in modo da coprire interamente la platea degli aventi diritto. È una platea che deve essere salvaguardata“. Nell’intervista, Bernini parla di un’altra priorità, il potenziamento delle borse dei dottorati di ricercain generale e con particolare riferimento a quelli che abbracciano le materie del futuro, come l’intelligenza artificiale e le tecnologie quantistiche, su cui il Governo sta puntando la sua azione anche per venire incontro alle esigenze delle imprese“.



DALLE BORSE DI STUDIO AL PROBLEMA DEGLI ALLOGGI

Per quanto riguarda il Pnrr e le risorse da destinare alle borse di studio per aumentare importi e beneficiari, Anna Maria Bernini è ottimista. “Con la Commissione europea è in corso da tempo un dialogo che ritengo costruttivo“. Riguardo la proposta, la ministra dell’Università e della Ricerca al Sole 24 Ore spiega: “Per il 2023 pensiamo a un aumento medio dell’importo di 500 euro, che per il 2024 dovrà salire a 700 euro“. C’è poi la questione degli alloggi. “Siamo soddisfatti del risultato della manifestazione d’interesse che si è conclusa a luglio. Abbiamo lavorato benissimo con i sindaci e i presidenti di Regione. Le amministrazioni locali sono state tutte molto collaborative“. Ora si sta completando l’istruttoria per definire il numero degli immobili da convertire in posti letto. “Sappiamo che rispetto alla disponibilità iniziale di 80mila posti censiti ci sarà una scrematura fisiologica del 10-15 per cento“.



La sfida del governo è di realizzare altri 60mila posti fino al 2026, partendo da una base di 40mila posti letto creati invece in decenni. “È evidente che siamo di fronte a un problema strutturale che non si può risolvere in una manciata di mesi“. Per Bernini vanno resi più appetibili gli investimenti, pubblici e privati, in alloggi universitari. “La rimodulazione proposta tiene quindi conto di questa esigenza su cui siamo certi troveremo la Commissione d’accordo“. Infine, la ministra smentisce che ci sia un restyling del portale Universitaly, perché c’è qualcosa di più. “Metterà a disposizione di tutti la nostra offerta formativa, dalle università, ai conservatori, alle accademie. I ragazzi italiani e stranieri potranno trovare notizie sulle borse di studio, sui nuovi corsi, sulla disponibilità di alloggi. È un portale dinamico, che vuole ascoltare e dialogare con gli studenti. Al centro della nostra azione ci sono sempre loro“.