L’Università di York, in Canada, ha inviato una comunicazione ai sindacati studenteschi che hanno espresso, nelle ultime giornate, messaggi di sostengo ai palestinesi nella loro lotta armata a Israele, intimandoli di ritrattare la loro posizione, pena la perdita del loro riconoscimento istituzionale. Secondo i dirigenti universitari, infatti, “la libertà d’espressione ha dei limiti e comporta delle responsabilità”.



Tale libertà, riporta ancora l’Università di York nella sua dichiarazione, “non deve mai arrivare a promuovere o giustificare la violenza contro civili disarmati. Sostenere il contrario è ripugnante e non riflette il [nostro] punto di vista, né quello di molte migliaia di studenti”. Il dito, in particolare, è puntato contro “i dirigenti della York Federation of Students, della York University Graduate Student Association e della Glendon College Student Union”, i quali devono “chiarire immediatamente che respingono qualsiasi atto di violenza o discriminazione e riaffermano il loro impegno per la non violenza e la sicurezza”. Inoltre, secondo l’Università di York, gli stessi dirigenti dei sindacati dovranno dimettersi a favore di una nuova elezione suppletiva, il tutto entro e non oltre il 25 ottobre. “Se il sindacato nega che vi sia stata una violazione avvenuta”, conclude il comunicato, “ci sarà un giusto processo per stabilire se c’è stata una violazione, che potrebbe comportare sanzioni, la più grave delle quali sarebbe la revoca del riconoscimento del sindacato da parte dell’Università”.



La dichiarazione dei sindacati criticata dall’Università di York

Insomma, l’Università di York, ritenendo che i sindacati con il loro messaggio comune di sostegno alla causa palestinese abbiano danneggiato o rischino di danneggiare la comunità ebraica universitaria, ha chiesto un’ammenda e il licenziamento dei dirigenti. Nessuno dei sindacati citati ha ancora preso alcuna posizione in merito, né ha commentato il comunicato dei dirigenti universitari.

Per quanto riguarda il messaggio dei sindacati, l’Università di York critica soprattutto il punto in cui si esprime “solidarietà con il popolo palestinese [per] la loro lotta in corso contro il colonialismo, l’apartheid e il genocidio” operati “dal cosiddetto Israele”. Il popolo palestinese “è stato sistematicamente sfollato dalla propria terra e delle proprie case” da Israele, che “ha continuamente limitato i movimenti da e verso Gaza, creando una prigione a cielo aperto”. Secondo i sindacati “l’Università di York è complice in quanto continua a investire il denaro degli studenti in armi e produttori di armi”.