Attenzione, non preoccupazione sul rischio di attentati terroristici: invita alla calma Matteo Piantedosi, a evitare allarmismi, perché «non ci sono elementi specifici su azioni preparatorie in corso sul territorio nazionale». Stesso orientamento sui cortei e sul tema delle proteste: mentre c’è chi chiede la linea dura, il ministro dell’Interno manda un messaggio di distensione, garantendo che non ci saranno novità riguardo le regole dell’ordine pubblico, né si intende limitare la libertà di manifestare. «È previsto solo un innalzamento delle pene per chi commette violenza ai danni dei rappresentanti delle forze dell’ordine, ma questo non incide sulla libertà di manifestazione». L’idea è di portare avanti un monitoraggio dei “fermenti”, affinché non vengano né infiltrati né strumentalizzati.



Il titolare del Viminale ne parla alla Stampa, precisando di condividere la posizione della ministra dell’Università Anna Maria Bernini sull’esigenza di «mantenere un clima pacifico» con gli studenti, con cui ci deve essere confronto. Proprio per questo, per Piantedosi «non ha alcun senso la battaglia ideologica contro le collaborazioni accademiche con Israele». Il boicottaggio delle università israeliane è per il ministro ingiustificato e controproducente, inoltre non intende neppure far intervenire la polizia negli atenei, se non quando è necessario. Anche se si è lavorato a livello di prevenzione, per Piantedosi c’è un problema di «matrice culturale», quindi suggerisce di non strumentalizzare la guerra a Gaza.



IL LAVORO DEL MINISTERO DELL’INTERNO SULL’IMMIGRAZIONE

Matteo Piantedosi interviene anche sugli scontri a Pisa, definendolo «un caso isolato» e precisando che il persone coinvolto in quella circostanza ha collaborato per fare chiarezza sulla vicenda. Invece, sull’immigrazione, il ministro dell’Interno alla Stampa spiega che si aspetta risultati dalla collaborazione con i Paesi di partenza e transito. A tal proposito, ha anticipato che incontrerà gli omologhi di Algeria, Libia e Tunisia. Collaborazione c’è anche con l’Albania, a cui saranno inviati i primi migranti «appena saranno pronte le strutture per ospitarli». Il titolare del Viminale precisa che non importa la data di partenza dell’operazione, ma il risultato che prevede sarà importante e sarà attenzionato dagli altri Paesi europei.



Invece, Piantedosi esclude la creazione di un hotspot in Tunisia, in quanto non ve n’è necessità. «Stiamo lavorando alla condivisione di progetti di rimpatrio volontario assistito, che, se funzioneranno, serviranno ad alleggerire la pressione anche nel territorio tunisino, nel rispetto dei diritti fondamentali delle persone». Per quanto riguarda Cutro, il ministro ha evidenziato che «le attività di ricerca e salvataggio da parte delle autorità preposte sono svincolate da qualsiasi tipo di indicazione o ingerenza politica», come spiegato dal suo collega Ciriani in Parlamento. Infine, nega la sua candidatura come governatore della Campania.