“Non ho nessuna intenzione di arrendermi: serve qualcuno che tracci strade percorribili. Mi è stato chiaro fin da subito: non voglio lamentarmi o stare a guardare le mancanze. Noi cerchiamo di comunicare ai nostri alunni l’invito a stare nel presente, vedendo nell’ostacolo un’opportunità”. Così Debora Virello commenta l’esperienza di questi mesi in cui, a causa dell’emergenza sanitaria, è stata costretta a continuare la sua attività di insegnante di teatro in modalità digitale. Lo fa nella cornice di una serie di iniziative culturali organizzate dalla lista di rappresentanza “Obiettivo Studenti” in occasione della campagna elettorale per il rinnovo dei rappresentanti degli studenti negli organi accademici dell’Università Statale di Milano.



Le votazioni, che si sono svolte il 25, 26 e 27 novembre, hanno coinvolto quasi 20mila studenti che, registrando un record di affluenza, hanno scelto i propri rappresentanti tramite una piattaforma digitale. I risultati hanno riconfermato gli assetti precedenti: al crescere dell’affluenza cresce anche il consenso di Obiettivo Studenti – Lista Aperta, che per i candidati al consiglio di amministrazione riceve oltre 4mila voti confermandosi prima lista della Statale. Ma aldilà degli esiti elettorali le parole della professoressa Virello offrono uno spunto per poter comprendere cosa è successo nei giorni di campagna elettorale tra gli studenti della Statale.



Quando ormai nove mesi fa si decise di rinviare le votazioni a causa della pandemia, sembrava che l’emergenza sanitaria avesse cancellato anche questa occasione: non sarebbe stato possibile incontrarsi come di consueto nei cortili dell’università per conoscersi, scambiarsi opinioni, suscitare un dibattito attivo e partecipato sulle tematiche care agli studenti. Le elezioni infatti rappresentano normalmente un momento della vita universitaria tutto fondato sull’incontro, sulla condivisione di contenuti e di esperienze: sull’essere presenti, insomma. Debora Virello diceva: “stare al presente”.



Così, con la frustrazione di trovarsi di nuovo reclusi ciascuno nelle proprie case, sembrava impossibile raccogliere questa sfida: sembrava impossibile stare a questo presente, vincendo lo scetticismo che dilaga da mesi e che ci porta a pensare di trovarci in un tempo sospeso, in cui la vera consolazione consiste nell’attesa di poter tornare il prima possibile alla normalità.

Le iniziative messe in campo dagli studenti per aiutare le nuove matricole nei primi mesi dell’anno e, poi, i giorni di campagna elettorale, hanno dimostrato che un’alternativa è possibile per chi ha il desiderio di ricominciare adesso. I social network, tante volte usati come mero antidoto alla noia, sono diventati il teatro virtuale di iniziative entusiasmanti: ciascun candidato ha potuto esprimere se stesso e le proprie idee tramite video, foto, descrizioni. Gli aperitivi elettorali sono diventati chiamate di gruppo, telefonate, messaggi, che hanno coinvolto più persone di quanto non accadesse dal vivo. Gli strumenti digitali inoltre hanno permesso di raggiungere con molta più facilità personaggi di spicco del mondo della cultura, rendendo possibile l’organizzazione in pochi giorni di dibattiti con attori, giuristi, scienziati, letterati, commentatori di attualità.

“Vedere nell’ostacolo un’opportunità”: l’opportunità di riscoprire la preziosità di quello che già abbiamo e di cui tante volte non riconosciamo il valore, l’opportunità di scoprire che essere insieme è molto più che essere vicini, l’opportunità di rendersi conto che nessuna circostanza può fermare l’impeto di chi prova a costruire.

Per tutto questo, il periodo della campagna elettorale è stato caratterizzato da un’onda di vita capace di sfidare la paralisi dell’incertezza e di dare contenuto concreto al giudizio pronunciato da Mario Draghi al Meeting per l’amicizia fra i popoli: “Occorre cercare la strada della ricostruzione, non possiamo accettare una società senza speranza. Non possiamo farci controllare dall’incertezza”.

Cercando di raccogliere questo invito, i rappresentanti di Obiettivo Studenti hanno intitolato il proprio manifesto elettorale con una citazione di Gaber: “In un tempo che non ti lascia via d’uscita, dove il destino o qualcuno ha nelle mani la tua vita… Io ci sono, io come persona ci sono”. Nei giorni scorsi migliaia di giovani, con il loro voto e con i loro tentativi, hanno detto chiaramente: noi ci siamo, ci vogliamo essere. Per questo dalla Statale di Milano ci viene un messaggio per la città, per il Paese: il tempo di un nuovo inizio non è a gennaio quando avremo il vaccino, e non dipende da statistiche o Rt: il tempo di un nuovo inizio è il presente.