RETTORI UNIVERSITÀ: “CONTRO OGNI FORMA DI GUERRA”. MA PETIZIONI E STUDENTI SONO SPESSO PRO-PALESTINA

Dalle manifestazioni alle scuole fino alle Università: il mondo culturale e accademico dall’inizio della guerra in Medio Oriente è pieno “subbuglio” con scene e cortei che ricordano gli anni lontani della contestazioni militante di sinistra contro Israele “sionista” e in favore della causa palestinese. Avviene così anche in questi giorni con diversi atenei che sulla carta si sono proclamati “equidistanti” da ogni forma di guerra ma che poi tra studenti e docenti una posizione spesso contro Israele viene manifestata.



Due settimane la Crui – la Conferenza dei rettori italiani – aveva lanciato netta condanna contro la guerra: «equidistanti da ogni forma di guerra», lanciando anche un messaggio «di vicinanza a tutti gli studenti provenienti dalle zone di guerra». Sia con i palestinesi che con gli israeliani, entrambi colpiti dalla tragedia di una guerra che tra attacchi terroristici (di Hamas) e bombardamenti (di Hamas e di Israele) continua ad infiammare il Medio Oriente. Le forze dell’ordine spesso sono state schierate in queste settimane per evitare scontri e “focolai” di protesta eccessivi all’interno e fuori le Università: come spiega il “Corriere della Sera”, in alcuni casi i rettori hanno consigliato un «profilo basso proprio per non incendiare ulteriormente gli animi».



DA BOLOGNA ALLA SAPIENZA, LE UNIVERSITÀ ‘SCHIERATE’ SULLA GUERRA: REGNA L’IMBARAZZO

Dall’Alma Mater di Bologna fino alla Sapienza di Roma, ma anche presso la Statale di Milano, gli appelli di studenti e docenti si sono incrociati andando però spessa nella direzione pro-Palestina, con ferma condanna della guerra su Gaza mossa ora da Israele in risposta agli attacchi subiti: «Sono certo di interpretare il sentimento dell’intero Ateneo nel dire che il nostro pensiero accorato va a tutte le vittime e che l’unanime auspicio della nostra comunità è la pace», così ha scritto il rettore dell’Alma Mater Giovanni Molari dopo la petizione di 150 docenti che condannava «l’apartheid e l’occupazione israeliana dei territori palestinesi» ma non condannava allo stesso modo gli attacchi di Hamas come attentati.



Il rettore ha allora sentito il dovere di scrivere la nota dove ribadisce che l’Ateneo «come il nostro, orgoglioso del suo pluralismo, non compete adottare questa o quella visione ma alimentare il dibattito». Alla Sapienza di Roma è stato invece votato una mozione di condanna per il «brutale attacco contro Israele» ma allo stesso tempo gli studenti hanno manifestato in contrasto, con bandiere della Palestina e venendo alle mani con alcuni agenti delle forze dell’ordine. Con la scelta dell’Ateneo romano anche Pisa e Gran Sasso Science, mentre alla Statale di Milano e al Bo di Padova è stata accolta l’iniziativa della Crui di esporre la bandiera della pace a lutto. Regna generale l’imbarazzo e spesso il “silenzio” per non voler aizzare gli animi, in una equidistanza che rischia però di non cogliere gli elementi terribili presenti per la popolazione civile tanto israeliana quanto palestinese.