L’antisemitismo nelle università, italiane ed estere, è un tema sempre più frequente e ricorrente nei dibattiti pubblici a partire dal 7 ottobre, giorno degli attacchi da parte di Hamas sul territorio di Israele che hanno dato il via alla guerra che si combatte a Gaza. Hanno fatto discutere, specialmente subito dopo l’attacco, i numerosi atenei americani in cui si sono sviluppate manifestazioni più o meno diffuse di sostegno alla causa palestinese, o addirittura ad Hamas, oltre che di condanna ad Israele.



Similmente, in alcune università italiane non sono mancati episodi riconducibili all’antisemitismo, seppur fortunatamente in misura ridotta rispetto che negli Stati Uniti, anche se culminati, in alcuni casi, in scontri con la polizia. Una situazione, questa, che sembra tuttavia prossima a degenerare, specialmente guardando a quanto sta accadendo tanto all’Università di Cagliari, quanto in quella di Palermo. Non mancano, fortunatamente, esempi contrari all’antisemitismo, come quello dell’Università Federico II di Napoli che ha organizzato, per il 25 gennaio, un seminario su queste tematiche. Un momento di memoria collettiva sulla Shoah, ma anche di confronto sugli episodi antisemiti più recenti.



Antisemitismo nelle università: i casi di Palermo e Cagliari

Soffermandoci, però, su quegli esempi per certi versi negativi di antisemitismo nelle università italiane, sta facendo scalpore la posizione dell’ateneo di Palermo. Questo, infatti, ha avviato una collaborazione nell’ambito del progetto Erasmus con la Al Quds Open University di Ramallah, in Palestina. Nulla di male, fin qui, non fosse che lì, già diversi anni fa, furono affissi striscioni in cui si definivano ‘eroi’ gli autori di alcuni attentati terroristici contro Israele e gli ebrei.

Similmente, più affine all’esempio di antisemitismo nelle università americane è quanto sta avvenendo nell’ateneo di Cagliari. Il 30 gennaio, infatti, il Senato accademico discuterà una mozione firmata da un migliaio di studenti che chiedono la recessione dell’accordo con l’Università israeliana di Haifa poiché “responsabile della strategia di pulizia etnica israeliana e del regime di apartheid”. L’ateneo preferisce astenersi da prese di posizione politiche, e probabilmente la mozione verrà respinta, ma l’antisemitismo che aleggia nell’università cagliaritana aleggia dalle parole del rettore Francesco Mola. Questi, riporta la Stampa, citata dal Giornale, agli studenti si sarebbe compiaciuto di aver “detto di no” alle “pressioni da parte di colleghe e colleghi per prendere una posizione in favore di Israele“. Richiesta, sottolinea, alla quale “molti di noi si sono sollevati dicendo che non se ne parla proprio”.