Dopo l’uscita delle linee guida ieri sulla ripartenza del mondo università – confermate dalle norme Cts poste nell’ultimo Dpcm 7 agosto – ha parlato a Radio 24 il Ministro dell’Università Gaetano Manfredi illustrando le maggiori novità per un mondo ugualmente colpito dal lockdown Covid come la scuola, dove però si sono concentrate le azioni (e le attenzioni) di Governo e media nelle ultime settimane. «Abbiamo organizzato con tutti gli atenei la ripartenza in presenza a settembre, con affollamento delle aule al 50%, disciplina degli accessi e sanificazione, per la piena sicurezza. Avremo una parte dei corsi in presenza, così come le attività di laboratorio, alcuni corsi verranno ancora tenuti a distanza, anche per garantire la continuità didattica», spiega il titolare del Ministero raggiunto da Radio 24 dopo che la Crui (Conferenza dei Rettori italiani) si era espressa a favore di un ritorno in aula per tutti dall’autunno. «L’università non può prescindere dall’aula in presenza, ovvero il luogo in cui studenti e docenti si incontrano», intimavano i rettori dell’università già in autunno, ma l’impegno del Governo dopo il parere del Cts ha ridotto al 50% la capienza delle aule per timore di un rialzo contagi anche nelle aule accademiche.



LE REGOLE SULL’UNIVERSITÀ

Il Ministro Manfredi ha poi confermato che vi dovrà essere l’uso obbligatorio delle mascherine in presenza, anche se il dispositivo dovrà essere portato da casa da ogni studente: «Abbiamo previsto – ha detto sempre a Radio 24 – l’uso della mascherina obbligatorio in aula, nonostante il distanziamento, per avere la massima sicurezza. Al momento è previsto che lo studente debba venire con la propria mascherina». Il Cts ha imposto come regola massima che vi sia occupazione delle aule al 50% ma che inoltre vi siano delle turnazioni orarie e giornaliere diverse (estese a tutta la giornata e a tutta la settimana, compreso anche il sabato) e percorsi di entrata e uscita separati. Vi saranno molto probabilmente delle lezioni “miste” con parte degli studenti collegati da casa e parte in presenza: anche se non è stata fissata come regola generale, al momento pare che l’ipotesi maggiore preveda per molti atenei il “privilegio” delle matricole alla presenza in aula rispetto ai colleghi più “anziani”. Spiega ancora Manfredi «Noi cercheremo di privilegiare le matricole, perché è chiaro che abbiamo una responsabilità verso i ragazzi che arrivano all’università e che debbono essere un po’ inquadrati, che non sanno bene come si studia, cosa si fa. Loro sono un po’ i nostri cuccioli e devono essere trattati in maniera privilegiata. Gli studenti un po’ più grandi si sacrificheranno un po’ di più perché faranno più didattica online e lasceranno un po’ di spazio ai giovani».

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