Dopo alcune settimane di approfondita riflessione, il presidente di UNITED – ovvero l’Associazione Università italiane telematiche e digitali – Paolo Miccoli ha espresso tutti dubbi emersi attorno al recente Decreto sulla didattica a distanza che ha provato a regolamentare il mondo delle università telematiche per renderle sempre più simili (e soprattutto altrettanto riconosciute e tutelate) alle controparti tradizionali; partendo dall’ovvia precisazione che nonostante le criticità che vedremo a breve nel dettaglio si tratta – quanto meno – di “un positivo esempio di dialogo del Ministero con gli attori del sistema“.



Nonostante il positivo passo avanti – però – il decreto sulle università telematiche secondo Miccoli pecca soprattutto dal punto di vista del fatto che rischia di “compromettere alcuni aspetti fondamentali della didattica digitale” partendo nel suo elenco di dubbi da uno degli aspetti complessivamente più criticati: ovvero l’obbligo a rispettare il rapporto minimo tra studenti e docenti tipico della facoltà tradizionali, ignorando così che “l’efficacia della formazione (..) digitale non dipende dal numero, ma dalla qualità ed efficacia degli insegnanti”; unitamente peraltro al divieto di richiedere l’istituzione di ulteriori corsi nel caso in cui un terzo di quelli già accreditati siano pieni, danneggiando “le prospettive di sviluppo della didattica digitale”.



Le critiche del presidente UNITED al decreto sulle università telematiche

Similmente, tra le altre perplessità che emergono dal testo sulle università telematiche, Miccoli pone l’accento sull’incomprensibile obbligo di svolgere gli esami in presenza, specialmente in un contesto in cui l’avanzamento tecnologico permette di adottare tutte le misure necessarie – citando anche l’eventuale uso dell’Intelligenza artificiale – per evitare gli studenti copino, pur restando comodamente a casa propria; perdendo – peraltro – un’occasione utile a promuovere lo sviluppo digitale dell’intero paese a beneficio potenziale dell’intero sistema universitario.



Sempre nella stessa direzione dell’obbligo di svolgere gli esami in presenza, muove anche la critica del presidente dell’Associazione università telematiche sull’equivalente imposizione di mutuare le lezioni “in forma sincrona” danneggiando soprattutto la platea più ampia di studenti digitali, ovvero chi è impossibilitato a seguire le lezioni in virtù dei proprio impegni; mentre l’ultima critica riguarda l’esclusione degli IRCCS e degli Enti di ricerca dagli istituti convenzionati per l’istituzione di corsi prevalentemente in presenza.