Quando avevamo parlato di Un povero ricco, avevamo anticipato che ci saremmo occupati degli incroci tra Renato Pozzetto e la comicità romana. Cominciamo a farlo da Uno contro l’altro, praticamente amici, pellicola del 1981 diretta da Bruno Corbucci. Il regista, di cui abbiamo già parlato, ha firmato diversi polizieschi ambientati nella capitale (e non solo) con protagonista Tomas Milian, attore scomparso poco più di tre anni fa, associato, nonostante le origini cubane e la gioventù trascorsa negli Stati Uniti, alla “romanità” grazie al doppiaggio di Ferruccio Amendola.
Franco Colombo, protagonista del film 1981 interpretato da Pozzetto, si trova a ereditare l’industria di carne in scatola (nota purtroppo per non essere affatto buona) dello zio. Essendo un appassionato di fiori non ha alcuna intenzione di occuparsene. Tuttavia l’avvocato di famiglia gli affida subito un incarico importante: recapitare una cospicua mazzetta (100 milioni di lire) a un Sottosegretario per avere una licenza di esportazione fondamentale per salvare l’azienda dal fallimento. Così, senza neanche assistere ai funerali dello zio, lascia Varese diretto a Roma, dove a Fiumicino si imbatte in Quinto Cecioni (Tomas Milian), un ladruncolo appena scarcerato che sta cercando di rubare la macchina che l’avvocato ha preparato per lui.
Colombo, piuttosto ingenuo, crede alle parole di Cecioni, che sostiene di aver subito il furto della propria macchina che si trovava proprio nello stesso posto della sua. Gli dà persino un passaggio e si lascia guidare prima in un’osteria di borgata e successivamente in un bordello. L’indomani, all’importante appuntamento al ministero, Franco rimedia una figuraccia, dato che al posto delle banconote da 10.000 lire nella valigetta che porta al Sottosegretario ci sono dei rotoli di carta igienica. Ovviamente incolpa subito Quinto, che, dimostrata la sua innocenza, lo aiuta nella ricerca dell’importante somma da cui dipendono le sorti dell’azienda e delle famiglie dei suoi dipendenti.
Nel film, di fatto, è come se ci trovassimo all’interno di uno dei polizieschi di Corbucci con protagonista Milian, con un giallo da risolvere, solo che non ci sono spari e omicidi e si gioca molto tra le diversità dei personaggi (e su qualche battuta condita forse da un’eccessiva volgarità) per creare gag che strappino risate. L’impressione viene confermata dalla presenza nel cast di Bombolo e dai riferimenti ai polizieschi con protagonista Milian: Cecioni spiega di essere stato arrestato dal Maresciallo Giraldi, nome del protagonista di quelle pellicole, viene soprannominato Monnezza, come un altro personaggio interpretato da Milian, e cita la Squadra antifurto (titolo di uno dei suddetti polizieschi).
Il risultato sarebbe potuto certamente essere migliore, soprattutto perché Uno contro l’altro, praticamente amici non soddisfa del tutto né i fan di Pozzetto, né quelli dei polizieschi di Milian. Se infatti si nota una certa intesa tra i due protagonisti, i loro personaggi-macchietta finiscono per non poter far annoverare il film né tra quelli “alla Pozzetto”, né tra quelli “tipici” di Milian.
Due ultime annotazioni sulla pellicola. La prima riguarda le feroce critica al mondo politico, alla sua immoralità e corruzione. Memorabile resta in questo senso la scena (che ha probabilmente ispirato anche quella contenuta in Fantozzi subisce ancora uscito due anni dopo) in cui Colombo si reca al ministero per consegnare i 100 milioni al Sottosegretario. La seconda riguarda il legame tra la famiglia Amendola e i personaggi di Tomas Milian. Non solo Ferruccio ne è stato doppiatore, ma lo zio Mario, sceneggiatore, ne ha creato uno (Nico Giraldi) proprio insieme a Corbucci, e il figlio Claudio ha interpretato Rocky Giraldi (figlio di Nico) nel (purtroppo) dimenticabilissimo Il ritorno del Monnezza di Carlo Vanzina.