Un altro film con a tema la guerra, Un’ombra negli occhi (2021), pellicola danese di Ole Bornedal. Partiamo con l’analisi tecnica. Girato non bene, di più, con un’attenzione ai particolari, vedi le uova iniziali e i primi piani dei personaggi. I bambini sono bravissimi: veri, naturali e semplici, e anche i giovani, la suora, il pulotto e l’aviatore inglese. La loro recitazione è esaltata, come dicevo, dagli intessimi primissimi piani. Sicuramente un gran lavoro degli attori, realizzato con l’aiuto e la maestria del regista. Il montaggio è semplice ed efficace, così come il ritmo, non ci sono momenti morti.
Questo il fatto storico. Danimarca 1945, fasi finali della guerra, l’Inghilterra decide di bombardare il comando tedesco nel centro di Copenaghen. Per un errore viene colpita anche una scuola religiosa. Muoiono 125 persone tra cui 86 bambini, 102 feriti tra cui 67 ragazzi. Una tragedia taciuta dopo la liberazione nazista dallo stesso Governo danese.
Parliamo ora del film. I protagonisti sono tre bambini e due giovani le cui vite si incrociano nel corso degli avvenimenti. Nella campagna danese un caccia inglese mitraglia un’auto con tre ragazze e un autista mentre allegre e spensierate si stanno recando a un matrimonio. Henry assistendo all’accaduto rimane traumatizzato non riuscendo più a parlare. Viene ospitato da una zia a Copenaghen, qui con la cuginetta Rigmor e l’amichetta Eva frequenta una scuola tenuta da suore.
Eva assiste per strada all’uccisione di una spia nazista da parte dei partigiani e anche lei rimane traumatizzata non riuscendo più a mangiare.
Teresa è una giovane suora novizia in crisi, non accetta l’orrore della guerra e della persecuzione degli ebrei e si flagella in cerca di una risposta da parte di Dio.
Frederik è un poliziotto della Hipo, polizia danese aderente al nazismo, non accettato dal padre per la divisa che indossa, pieno di rimorsi per le scene di tortura naziste a cui assiste e per non aver aiutato la spia, suo amico, giustiziato dai partigiani. I due giovani si incontrano mentre Frederik con altri poliziotti picchia e cattura un civile. Lo definisce diavolo e lui destabilizzato e confuso nell’animo la cerca, lei lo bacia e successivamente cerca di violentarla in chiesa ma fermandosi in tempo.
Gli inglesi bombardano, la scuola esplode e i ragazzi con suore e bidelli restano sotto le macerie. Suora Teresa e la piccola Rigmor sono intrappolati ma vivi. Uomini, donne, nazisti, tutti si fanno in quattro per salvare i superstiti. Frederick, che nel frattempo aveva abbandonato la divisa della Hipo, è tra i primi soccorritori e scavando a mani nude arriva a sentire le voci delle due sotterrate. Non spoilero questa parte del film, la lascio a voi. Henry salvatosi riacquista la parola fungendo da staffetta tra i bimbi salvati e i genitori in attese di notizie. Anche la piccola Eva è incolume, impolverata da capo a piedi ricorda la donna di colore salvatasi nell’attentato alle Torri Gemelle, e il finale è commovente.
Alcune scene che mi hanno colpito.
Eva con Rigmor acquistano tutti i giorni in un negozio un panino che dicono sia avvelenato. Con loro c’è lo stralunato Henry. Prima di entrare a scuola vanno in chiesa, intingono il pane nell’acqua santa (l’antidoto), poi lo mangiano e salutano il Crocefisso. Tutto rappresentato con una semplicità e purità che solo i bambini hanno.
Frederick chiede a Teresa di insegnargli a pregare, lei recita l’Ave Maria davanti al Crocefisso e lui tenta di violentarla. Fermatosi, lei va davanti al Gesù in Croce, mette un dito nella ferita del costato che rimane impregnato di sangue e dice: Lui ci ha parlato. Ma è un trucco, Teresa ha utilizzato uno spillo per pungersi il dito.
Rigmor racconta ai suoi genitori come Sorella Teresa durante una lezione abbia detto che Dio è in tutto, ma ogni tanto fa un pisolino. E questo verrà ricordato dalla bimba alla suora mentre sono sotterrate, ma chiederà alla novizia se Gesù le sta aspettando in Paradiso.
C’è una domanda religiosa estrema in questo film, espressa in un urlo blasfemo di suor Teresa che ci pone domande: può Dio permettere tutto questo dolore? Può Dio permettere le brutalità della guerra Russia/Ucraina? Davanti a tutto ciò, noi credenti in cosa abbiamo fede? Che speranza abbiamo?
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.