DOPO MESI DI INDAGINI L’ONU AMMETTE: “ALCUNI DIPENDENTI UNRWA COINVOLTI NEGLI ATTENTATI DI HAMAS CONTRO ISRAELE”

La terribile escalation tra Iran e Israele che potrebbe esplodere nelle prossime ore nasce molto, se non quasi tutto, da quel dannato 7 ottobre 2023: ora, mesi dopo le prime indagini, l’Onu ammette che alcuni dipendenti dell’Unrwa – la Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi – potrebbero aver partecipato attivamente agli attacchi terroristici scagliati da Hamas con l’appoggio delle milizie islamiste fiilo-Iran nei kibbutz di Israele al confine con la Striscia di Gaza.



Nell’ultimo comunicato diffuso oggi 5 agosto 2024, l’agenzia dell’Onu ha ammesso di aver licenziato 9 dipendenti in quanto «potrebbero essere coinvolti negli attacchi del 7 ottobre 2023 contro i civili israeliani», di fatto l’evento che ha dato l’inizio alla guerra nella Striscia di Gaza e ora alla possibile escalation con l’Iran. «Abbiamo informazioni sufficienti per le misure che stiamo prendendo, ovvero, il licenziamento di queste nove persone», ha ribadito il portavoce dell’Unrwa, Farhan Haq. A 10 mesi da quegli ignobili attacchi con omicidi, stupri, violenze varie e ostaggi prelevati, la principale agenzia Onu per i rifugiati palestinesi si trova nel pieno di uno scandalo difficile da contenere: di 19 sospettati iniziali, ecco che 9 potrebbero essere realmente appartenenti ad una rete islamista intenta ad attaccare il “nemico sionista”.



LO SCANDALO UNRWA E LE PROVE NELLE CHAT CONTRO ISRAELE: EPPURE MESI FA SI PARLAVA DI FAKE NEWS…

Va ricordato come le accuse contro l’Unrwa erano emerse in sede Onu già lo scorso gennaio, quando indagini degli 007 di Israele avevano scoperto potenziali legami (tra chat e varie prove) con le milizie di Hamas: il commissario generale Philippe Lazzarini, con il segretario generale Onu Guterres, avevano aperto un fascicolo di indagine interno che si è di fatto chiuso in questi giorni.

Il problema è che per mesi il possibile coinvolgimento dell’Unrwa negli attacchi contro lo Stato ebraico era stato bollato come “fake news” dall’intero mondo politico a sostegno della resistenza palestinese: «il 20% degli operatori dell’Unrwa è un membro delle brigate al-Qassam, l’ala militare di Hamas», a questa particolare accusa sollevata mesi fa dalle forze di sicurezza di Tel Aviv, l’Onu aveva respinto nettamente l’insinuazione. Eppure, al netto di quanto deve ancora emergere come verità storica su quegli attacchi, i dati mostrati all’Onu erano al limite dell’inquietante: dei 12mila dipendenti Unrwa a Gaza, ben 440 sarebbero attivi con Hamas, 2mila agenti “non combattenti” e 7mila con un parente di primo grado almeno che è di Hamas. I messaggi di giubilo, le ammissioni sugli aiuti forniti prima del 7 ottobre e le chat successive all’attacco sono tutte alla base delle prove consistenti contro i 9 licenziati Unrwa in tronco 10mesi dopo: lo scandalo dopo le “pause” delle indagini ora riemerge in maniera fragorosa, tra l’altro alla vigilia di un possibile nuovo conflitto in Medio Oriente. Servirà ancora attendere per la verità completa su cosa avvenne quel 7 ottobre di 10 mesi fa, ma di certo parlare di “fake” complottiste contro l’Onu sembra ormai quantomeno ipocrita.