“UNRWA NON AIUTA I PALESTINESI, È PARTE DEL PROBLEMA”: L’ANALISI DEL PROF. NAVON

Da giorni si discute all’interno delle Nazioni Unite dello scandalo “Unrwa”, l’Agenzia Onu per i Rifugiati Palestinesi “beccata” con almeno 12 dipendenti ad aver partecipato attivamente agli attacchi terroristici di Hamas contro Israele lo scorso 7 ottobre 2023: con diversi Paesi che hanno già stoppato i fondi all’agenzia (Italia tra questi), secondo il professor Emmanuel Navon si è avviata la giusta direzione per dirimere il problema. “La Stampa” intervista il docente all’Università di Tel Aviv, il professore franco-israeliano e anche presidente della Elnet, l’organizzazione dedicata ai rapporti fra Israele ed Europa: da questo privilegiato punto di osservazione, Navon riflette sul “caso” Unrwa e spiega nel dettaglio perché la sigla Onu non sta aiutando i palestinesi ma ne è una dei tanti problemi.



Per il docente, il coinvolgimento di alcuni dipendenti Unrwa nello jihadismo anti-Israele è tutt’altro che una “novità”: «in teoria è una agenzia umanitaria delle Nazioni Unite, in pratica è un impero economico corrotto controllato dall’Olp e da Hamas». Durissimo Navon ritiene che l’Unrwa avrebbe dovuto essere smantellata nel 1950 con l’istituzione dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, l’attuale Unchr. Invece fin dal 1949 l’agenzia è stata incaricata dalla Lega Araba di «perpetuare il problema dei profughi palestinesi invece di risolverlo». Colpisce la “stranezza”, al di là delle considerazioni del docente israeliano, di un’agenzia che lavora per i rifugiati palestinesi, solo per loro: Navon sottolinea «vi sono milioni di rifugiati in tutto il mondo ma solo per quelli palestinesi esiste un’agenzia Onu separata». Tra l’altro solo l’Unrwa trasferisce “automaticamente” lo status di rifugiato di generazione in generazione, anche per chi vero rifugiato non è: «nel 1948 c’erano circa 600mila rifugiati palestinesi ma per l’Unrwa oggi ve ne sono 5 milioni e hanno il diritto di stabilirsi in Israele e diventare cittadini israeliani».



EMMANUEL NAVON (ELNET): “STOP AI FONDI INRWA È GIUSTO. ECCO PERCHÈ NETANYAHU NON VUOLE LO STATO PALESTINESE”

Lo ribadisce più volte il professor Navon, l’Unrwa è parte del problema palestinese, non la soluzione e deve anche per questo «essere ritenuta responsabile del ruolo svolto nelle atrocità del 7 ottobre». Lo stop ai fondi per Unrwa, adottato in serie da Usa, Uk, Canada, Australia, Italia, Francia, Austria, Finlandia, Olanda, andrebbe esteso secondo il responsabile di Elnet a tutta l’area Onu. Questo non toglie le problematiche presenti nella guerra a Gaza, cosi come le responsabili israeliane nel non accettare finora un cessate il fuoco generalizzato.



Secondo il docente a Tel Aviv, Netanyahu respinge (come Hamas, ndr) la soluzione dei due Stati per una mera questione di “sopravvivenza politica”: «dipende dai partner di estrema destra, motivo per cui non vuole che abbiano una scusa per lasciare la sua coalizione», scusa che sarebbe “perfetta” se il Premier appoggiasse il piano Usa di creare due Stati distinti dopo la guerra. Secondo Navon, chiosa a “La Stampa”, il cessate il fuoco arriverà solo dopo che Israele avrà negato ad Hamas la possibilità di riprogettare nuovi attacchi come il 7 ottobre: solo a quel punto proverà a capire quale nuovo “modus operandi” investire nella Striscia di Gaza e Cisgiordania, «ma nulla reggerà finché i palestinesi saranno motivati dalla distruzione di Israele e finché l’Iran diffonderà caos e distruzione in Medio Oriente».