Un nuovo terremoto sta per coinvolgere l’Unrwa – ovvero l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dell’assistenza ai rifugiati palestinesi a Gaza – che presto si vedrà tagliati i sussidi da parte della Svizzera dopo una mozione votata – ed approvata – dal governo di Berna nei giorni scorsi: le ragioni sarebbero legate al (presunto?) coinvolgimento dei dipendenti Onu negli attacchi organizzati da Hamas lo scorso 7 ottobre; mentre il governo svizzero non è il primo a prendere una decisione di questo tipo e probabilmente non sarà neppure l’ultimo.



Facendo un passetto indietro prima di arrivare al parere di Berna, è bene ricordare che i primi sospetti riguardo al ruolo dell’Unrwa venne fuori grazie ad una segnalazione dell’Ong Un Watch che parlò di una chat antisemita tra docenti delle Nazioni Unite in cui si elogiavano le azioni di Hamas: da lì è scoppiato il putiferio con i primi nomi dei presunti collaboratori dei terroristi, le testimonianze dirette degli israeliani sopravvissuti agli attacchi del 7 ottobre e anche la scoperta di alcuni depositi di armi e collegamenti per i tunnel di Hamas nelle strutture – tra scuole e ospedali – sotto il controllo diretto della missione Onu a Gaza.



Svizzera interrompe i finanziamenti all’Urwa: “Dirotta i fondi ai terroristi palestinesi”

Davanti a tutti questi dati – sempre fermamente smentiti, almeno fino ai giorni scorsi, da parte dell’Unrwa – si erano espressi tutti i grandi leader mondiali chiedendo indagini approfondite sul loro coinvolgimento in quello definito nel frattempo un vero e proprio pogrom: la prima – flebile – ammissione è arrivata (appunto) pochi giorni fa quando i dirigenti dell’agenzia hanno reso noto di aver licenziato 9 dipendenti che “potrebbero” aver partecipato “agli attacchi del 7 ottobre contro i civili israeliani”.



Un ammissione – purtroppo – tardiva, perché nel mezzo del trambusto che si è generato attorno all’Urwa, già diversi mesi fa gli Stati Uniti avevano annunciato l’intenzione di interrompere ogni forma di finanziamento per l’agenzia; così come ora anche la Svizzera si è unita alle file statunitensi ritenendo inaccettabile che i miliardi di dollari spesi dai governi mondiali finiscano per ingrossare le casse di un’agenzia “corrotta” che dirotta i fondi “verso le organizzazioni terroristiche”, chiedendo peraltro all’Onu di trovare una soluzione differente e più sicura per far arrivare veramente gli aiuti umanitari ai civili di Gaza.