Secondo una recente scoperta anche gli uomini di Neanderthal cucinavano e nel loro menù c’erano tartarughe, capre, cervi ma anche cavalli e rinoceronti. Inoltre, consumavano anche pietanze di mare come cozze, pesci e molluschi. Come si legge su TgCom24.it la scoperta è stata pubblicata sulla rivista scientifica Plus One, realizzata da una ricerca internazionale coordinata dal professore João Zilhão dell’Università di Lisbona, dall’archeologo Diego Angelucci dell’Università di Trento e Mariana Nabais, studiosa dell’Istituto catalano di Paleoecologia umana e dell’Evoluzione sociale.



A portare gli studiosi alla conclusione sono stati alcuni focolari che si ritiene appartengano agli uomini di Neanderthal e che sono stati scoperti in uno dei siti archeologici più importanti per il Paleolitico medio, leggasi la Gruta da Oliveira, nel Portogallo centrale, area che fa parte del complesso di Almond e che secondo gli studiosi rappresenta una sorta di “supermercato” della Preistoria, per via dei numerosi manufatti recuperati nel corso degli ultimi anni. Diego Angelucci racconta di una scoperta che “ha ribaltato la prospettiva. Di focolari ne sono emersi una decina su vari livelli stratigrafici, con l’inconfondibile forma circolare”, ha aggiunto ancora l’archeologo, sottolineando poi i segni inequivocabili dell’abitudine di cucinare e cuocere il cibo: “Abbiamo trovato ossa bruciate, legname combusto, resti di cenere e di pasti, mentre il terreno è rimasto scottato dal calore”.



UOMINI DI NEANDERTHAL CUCINAVANO IL CIBO: “FUOCO LUOGO CONFORTEVOLE PER SOCIALIZZARE”

Il fuoco è quindi un elemento primario nella vita quotidiana degli ominidi, mentre il focolare è “un luogo confortevole in cui socializzare”, che permette di avere un’idea rudimentale di casa.

In ogni caso questi resti hanno permesso di capire quale fosse la dieta degli uomini di Neanderthal, ma non è ben chiaro come accendessero la fiamma. A riguardo il professore dell’Università di Trento ha una sua teoria: “Probabilmente facevano come nel Neolitico, battendo una selce su una roccia e producendo scintille”. Quella pubblicata su Plus One rappresenta quindi una scoperta davvero sensazionale.