La Rai ha il suo canone in bolletta della luce perché svolge servizio pubblico: ebbene, l’assunto di Urbano Cairo è che anche la “sua” La7 svolga il medesimo compito e strumento, per cui meriterebbe una quota del canone televisivo. In una lunga intervista all’Agenzia ANSA il patron del canale sul 7 e del Corriere della Sera (detiene il 60% di Rcs) lancia il suo personale appello al Governo, conscio che con il medesimo “criterio” potrebbero avanzare medesima richiesta anche Mediaset, Sky, Nove e così via: «La7 è indiscutibile che faccia servizio pubblico. Ricordo che durante la pandemia non solo non abbiamo chiuso alcun programma ma abbiamo aumentato il tempo dedicato all’informazione per informare e rassicurare i cittadini. Credo che sarebbe giusto tenerlo in considerazione e dare anche a noi una piccola quota di un canone che è comunque molto ricco».



Cairo va però oltre e amplia il discorso ai pagamenti per le tv facendo un paragone con il mondo del cinema: «cinema ha il tax credit al 40%, non vedo perché non ci debba essere la stessa attenzione per le produzioni televisive. Nel corso della pandemia , la tv non ha avuto aiuti di alcun genere».

IL CANONE A LA7? CAIRO CI PROVA

La tassa del canone tv frutta ogni anno 1,7 miliardi di euro i quali finiscono in gran parte nelle casse della Rai (l’83%) mentre il resto viene distribuito nei fondi per editoria, emittenti locali e alcune testate giornalistiche. Cairo “tenta” la grande mossa e rivendica maggiori attenzione per un settore importante come quello televisivo specie dopo le tante difficoltà economiche che anche le sue testate hanno dovuto sostenere durante un anno e mezzo di pandemia: «Un settore importante come quello televisivo con molti occupati che ha un importante impatto sull’economia, anche attraverso la comunicazione che le aziende fanno in tv, meriterebbe maggiore attenzione», conclude Urbano Cairo all’Ansa. Oggi La7 compie 20 anni esatti, era infatti il 24 giugno 2001 quando Fabio Fazio e Luciana Littizzetto presero il testimone da Telemontecarlo nella serata inaugurale della nuova rete (qui la storica puntata d’esordio, ndr): «Ho preso il testimone al dodicesimo anno di vita ed era una staffetta che poteva finire male. La7 perdeva 100 milioni l’anno ed era tecnicamente fallita. Io ebbi in dote fondi per coprire undici mesi di perdite, 88 milioni, e mi misi subito al lavoro. La cosa di cui vado fiero è essere riuscito a risanare La7 senza licenziare nessuno e continuando a fare una tv di qualità sempre più seguita dal pubblico con un arricchimento continuo del palinsesto dei programmi. E questo grazie al fatto che abbiamo quasi azzerato gli sprechi, i costi improduttivi e abbiamo molto ridotto i costi generali. Oltre poi a fare le giuste scelte in termini di palinsesto».



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