A Storie Italiane la terribile truffa ai danni di un signore anziano, Urbano Stenta, un ex professore universitario di Riccione non vedente dalla nascita, sequestrato di fatto per cinque anni da parte di una donna. Alla fine la sua aguzzina è stata condannata per maltrattamenti e appropriazione indebita, dopo che l’uomo ha chiesto aiuto ad una amica. “Mi sono trovato prigioniero per 5 anni – ha raccontato in diretta tv la vittima – per fortuna sono venute due ragazze ucraine che mi hanno dato il loro telefono perchè il mio mi era stato portato via, e allora ho chiamato una mia amica di Bologna, dove avevo insegnato all’università, e poi lei ha chiamato i carabinieri: gli ha detto, o voi andate da lui oppure non me ne vado da qua. Li ha costretti a venire a vedere come stavano le cose e mi hanno portato in un albergo”.



L’inferno del professore Urbano Stenta è durato 5 anni: viveva in condizioni molto difficili e le è stata levata la pensione oltre ad avergli fatto firmare carte per obbligazioni e prestiti per un danno economico superiore ai 100mila euro. La condannata è una cittadina svizzera che al momento è irreperibile. L’avvocato del signor Stenta ha aggiunto: “E’ davvero difficile che sia tutto vero ma vi posso assicurare che è tutto assolutamente vero e si è tutto verificato compreso la sottrazione di oltre 100mila euro della pensione del prof e stiamo ancora risalendo a tutti i falsi firmati per prestiti, cessione del quinto della pensione… stiamo ancora risalendo”.



URBANO STENTA, EX PROF TRUFFATO E MALTRATTATO: “BANCHE E FINANZIARIE CONTINUANO A CHIAMARCI”

“Le cose sono iniziate – ha continuato il prof – con una collaborazione che avrebbe potuto essere interessante, realizzare una casa per persone non vedenti. Questa situazione però non si realizzò, quindi le dissi di andare ognuno per la sua strada ma a quel punto lei mi provò del telefono e io fui impossibilitato a prendere decisioni che avevo già preso”.

Il prof Urbano Stenta viveva a Roma ma per seguire la truffatrice si è trasferito a Riccione, in un contesto che non conosceva e senza cellulare. La donna è stata condannata per 4 anni: “E’ stato effettuato una sorta di patteggiamento in appello e non ci siamo potuti opporre. La signora è irreperibile, deve dare 30mila euro di provvisionale ma noi questi soldi non li troviamo”. La situazione è complessa: “Abbiamo istituti di credito, finanziarie che continuano a chiederci soldi quindi noi ogni volta dobbiamo presentare una perizia calligrafica”.