Ursula von der Leyen nel mirino del Bundestag, il Parlamento federale tedesco. Nello specifico i 155 milioni di euro spesi in consulenze esterne nei primi mesi del 2019 dal Ministero della Difesa, dicastero che in quel periodo ha retto. Oggi la Presidente della Commissione europea è a Berlino per un’audizione alla commissione parlamentare d’inchiesta che è stata istituita proprio per indagare sullo scandalo delle “spese pazze”. È chiamata a chiarire fino a che punto era a conoscenza dell’aggiudicazione di contratti di consulenza che la Corte dei Conti federale ritiene quanto meno discutibile. Stando a quanto riportato dal quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, Ursula von der Leyen è l’ultima dei 30 testimoni ascoltati dalla commissione d’inchiesta. Per i deputati dell’opposizione ritengono che sia stato già dimostrato che le consulenze del Ministero della Difesa fossero illecite e frutto di un sistema di favoritismi.
URSULA VON DER LEYEN E LE “CONSULENZE PAZZE”: QUELLA PROVA CANCELLATA…
Uno degli aspetti curiosi di questa vicenda è che Ursula von der Leyen ha potuto contare per l’elezione a Presidente della Commissione Ue sui voti decisivi del Movimento 5 Stelle, che si sono sempre battuti contro queste vicende, mentre la Lega si è sempre opposta. I revisori tra l’altro adducono critiche sull’elusione delle linee guida per gli appalti e la mancata necessità di assoldare persone o ditte esterne. È da un anno che va avanti l’indagine della Commissione parlamentare e finora sono stati ascoltati diversi testimoni, tra cui l’ex Segretario di Stato Katrin Suder, nominata nel 2014 da Ursula von der Leyen e direttrice di una delle società coinvolte. Molte le critiche che le sono state rivolte, anche per la cancellazione di dati sui suoi vecchi cellulari di servizio, richiesti dal Comitato investigativo come prova. Dal canto suo Ursula von der Leyen ha ammesso alcuni errori, affermando però di aver appreso dei contratti “discutibili” solo attraverso le relazioni della Corte dei Conti nell’estate del 2018.