Ursula von der Leyen non è più in possesso degli sms che si è scambiata con il CEO di Pfizer, Albert Bourla, per siglare l’accordo sul vaccino anti Covid. A confermarlo è stata la stessa presidente della Commissione europea. Nei mesi scorsi era venuto a galla il cosiddetto “scandalo dei messaggini cancellati”, denominato all’estero “Deletegate”, relativo allo scambio di messaggi con Bourla, che ottenne prezzi più alti, di circa il 25%, delle dosi. Quello scambio, di cui diede notizia il New York Times, destò scalpore perché c’era una squadra di negoziatori a occuparsi delle trattative con le case farmaceutiche. Il contenuto di quei messaggi però non è stato mai reso pubblico, le richieste di accesso sono state negate.



La Commissione Ue si è giustificata spiegando di non poter e non dover trovare i messaggi di testo che la presidente ha scambiato col capo di Pfizer, non essendoci il diritto di conservarli. Di avviso diverso è il mediatore europeo Emily O’ Reilly, che ha accusato l’esecutivo dell’Ue di cattiva amministrazione, perché i messaggi di testo riguardanti politiche e decisioni europee dovrebbero essere trattati come documenti soggetti alle regole di trasparenza dell’Ue.



“SMS VON DER LEYEN-BOURLA? NON SI TROVANO…”

La Commissione Ue dal canto suo ha affermato di non essere riuscita a trovare i messaggi perché sono documenti “effimeri e di breve durata”, per questo “non sono conservati”, inoltre “l’istituzione non ne è in possesso”. Vera Jouronova, vicepresidente della commissione per i valori, ha aggiunto: “Possiamo confermare che la ricerca intrapresa dal gabinetto del presidente per i messaggi di testo pertinenti corrispondenti alla richiesta di accesso ai documenti non ha prodotto alcun risultato”. Per la Commissione Ue non c’era la necessità di conservare gli sms con Bourla di Pfizer, perché non conterrebbero informazioni di vitale importanza.



A causa della loro natura effimera e di breve durata, i messaggi di testo e i messaggi istantanei in generale non contengono informazioni importanti relative alle politiche, alle attività e alle decisioni della Commissione”. Per Kathleen Van Brempt, europarlamentare socialdemocratica belga che presiede la commissione speciale del Parlamento europeo sul Covid, la risposta di Ursula Von der Leyen è inaccettabile. “La totale mancanza di trasparenza va a vantaggio dell’industria, non dei cittadini europei”.