In caso di vittoria nella corsa alla Casa Bianca, Kamala Harris non solo confermerà il giro di vite sull’asilo dell’attuale presidente Joe Biden, ma si spingerà anche oltre. Lo ha annunciato la stessa candidata democratica nella sua tappa in Arizona, al confine col Messico. Nei piani della vicepresidente americana c’è l’inasprimento della politica migratoria attuale, che sospende le richieste di asilo tra i porti di ingresso quando gli attraversamenti del confine superano una certa soglia.
Harris ha promesso che aumenterà i procedimenti giudiziari per i migranti che attraversano illegalmente il confine meridionale, mettendo nel mirino anche i recidivi. Si tratta di un evidente cambio di rotta rispetto alle posizioni che aveva espresso nel 2019, quando si dichiarò a favore della depenalizzazione degli attraversamenti illegali. Il piano di Kamala Harris renderebbe più difficile la revoca delle restrizioni sull’asilo, richiedendo che il numero di attraversamenti medi del confine sia inferiore per un periodo di tempo più lungo rispetto alla politica attuale.
«Pur comprendendo la disperazione di molte persone che migrano in Usa, il nostro sistema deve essere ordinato e sicuro, e questo è il mio obiettivo», ha dichiarato la candidata democratica. Una mossa sorprendente e al tempo stesso “aggressiva” in quest’ultima fase della campagna elettorale in cui sta cercando di recuperare terreno nei sondaggi rispetto al rivale Donald Trump in tema di immigrazione.
L’ATTACCO DI KAMALA HARRIS A DONALD TRUMP
La nuova proposta di Kamala Harris arriva nel primo viaggio al confine meridionale da candidata democratica alle elezioni presidenziali, una tappa che ha usato per rinfacciare al rivale Donald Trump il suo ruolo nell’affossamento dell’accordo bipartisan sul confine. «Era la legge sulla sicurezza delle frontiere più forte che abbiamo visto negli ultimi decenni. È stata approvata dal sindacato delle pattuglie di frontiera e dovrebbe essere in vigore oggi, producendo risultati in tempo reale, proprio ora per il nostro Paese, ma Donald Trump l’ha affossata», l’accusa mossa dalla vicepresidente americana. «Ha preso il telefono, ha chiamato alcuni amici al Congresso e ha detto di fermare la legge».
Stando a quanto riportato da Politico, la stretta di Biden sull’asilo si è rivelata vantaggiosa per la campagna elettorale di Harris, in quanto sono calati gli attraversamenti della frontiera, fornendo così alla vicepresidente un assist, cioè un dato positivo da sbandierare. Per il giornale statunitense la proposta di rendere ancora più difficile l’abolizione delle restrizioni è indice delle continue preoccupazioni dei consiglieri di Kamala Harris sulla questione migranti. Questo è uno dei motivi per cui ha voluto recarsi al confine, parlando in una comunità che si trova in prima linea nella sfida dell’immigrazione, ha fatto sapere un alto funzionario della campagna.
MIGRANTI, I PROBLEMI IRRISOLTI IN USA
«Andrò oltre gli schieramenti e abbraccerò approcci di buon senso e nuove tecnologie per portare a termine il lavoro», ha promesso Kamala Harris, che vuole destinare più risorse alle forze dell’ordine e chiedere alla Cina un giro di vite nei confronti delle aziende che producono le sostanze chimiche usate per la produzione di fentanyl. Ma in Arizona ha parlato anche della necessità di creare un sistema di immigrazione ordinato e umano, proteggendo al contempo «l’eredità del Paese come nazione di immigrati», e della necessità di un percorso verso la cittadinanza per gli immigrati che risiedono da tempo negli Usa, un «problema rimasto irrisolto per decenni».