La situazione dell’acqua contaminata negli USA è piuttosto preoccupante. È stata infatti riscontrata un’alta percentuale di Pfas in gran parte dell’acqua utilizzata anche a livello domestico. Lo studio pubblicato su Science Direct ha evidenziato infatti come l’acqua inquinata riguarda ben il 45% di quella proveniente dai rubinetti, con un’incidenza più marcata nelle zone urbane piuttosto che in campagna.



Gli Pfas sono da tempo usati in un’ampia gamma di prodotti di consumo e industriali, dalle pentole antiaderenti ai tessuti resistenti alle macchie, dalle vernici alle placcature in metallo, dagli imballaggi alimentari alle schiume antincendio. Peccato che non a caso sono stati definiti ‘forever chemicals’, per intendere la loro difficoltà ad essere smaltiti. E quando ci si è accorti di ciò ormai sono penetrati nell’ambiente rientrando nella catena alimentare, e causando seri danni alla salute, anche con elevati rischi cancerogeni.



QUALI ACCORGIMENTI ADOTTARE CONTRO ACQUA CONTAMINATA

Nell’intervista rilasciata a Usa Today l’autrice principale dello studio, Kelly Smalling dell’USGS, ha affermato come ormai gli Pfas siano ovunque, al di là della maggiore o minore concentrazione in determinate aree. Cosa possono quindi fare i consumatori per tutelarsi il più possibile? Secondo Smalling i residenti statunitensi innanzitutto dovrebbero cercare di ricevere più informazioni dalle aziende sanitarie locali, per capirne la presenza nella zona di residenza.

A livello invece governativo già all’inizio del 2023 l’Agenzia per la protezione ambientale statunitense ha chiesto uno sforzo per limitare e regolamentare l’uso degli pfas nell’acqua potabile e nei cibi per tutelare la salute pubblica. In questo senso è stata proposta una legge federale per richiedere alle aziende di rivelare se utilizzano sostanze chimiche in uno qualsiasi dei loro prodotti. Il regolamento dovrebbe vedere la luce entro la fine dell’anno. Nel frattempo l’Ufficio per la responsabilità del governo degli Stati Uniti ha recentemente delineato le sfide connesse alla rimozione di PFAS dalle fonti d’acqua della nazione. Tra queste la maggiore preoccupazione consiste nelle enormi spese che una regolamentazione nazionale degli Pfas potrebbe comportare.