Pochi giorni dopo l’approvazione da parte del Parlamento della Georgia della controversa legge sugli agenti stranieri – da molti, tra cui la presidente Salome Zourabichvili, considerata filo-russa sul modello di una simile adottata da Putin – gli USA hanno confermato la già annunciata intenzione di bloccare i visti di cittadini, politici, parlamentari e forze dell’ordine. L’annuncio è stato dato da Matthew Miller – portavoce del Dipartimento di Stato degli USA – e segue la dichiarazioni di alcuni giorni fa da parte del Segretario di stato Antony Blinken confermando che al blocco dei visti seguirà anche una revisione dell’interezza dei rapporti tra Stati Uniti e Georgia.



“Il Dipartimento ha implementato una nuova politica di restrizione dei visti”, ha spiegato Miller citato da Agenda.ge, “ai sensi della legge sull’immigrazione e la nazionalità” che penderanno sulla testa di “dozzine di cittadini georgiani“, che – senza fare nomi – il portavoce USA ha racchiuso in tutti i “responsabili o complici, o familiari prossimi, di indebolire la democrazia in Georgia”. Inoltre, Miller a nome degli Stati Uniti si è detto “profondamente preoccupato” per le scelte “antidemocratiche” dei politici al potere, mettendolo in guardia sul fatto che rischiano di “far deragliare il futuro europeo” del piccolo stato.



Miller: “Dopo i visti potremmo anche rivedere i rapporti tra USA e Georgia”

Insomma, non è chiaro quali cittadini della Georgia di vedranno i loro visti USA bloccati, ma è certo che sono inclusi al loro interno diversi membri del partito – di maggioranza al governo – Sogno georgiano, alcuni parlamentari, alcuni esponenti delle Forze dell’ordine e diversi privati cittadini; così come è certo che gli Stati Uniti – e torniamo alle dichiarazioni di Miller – potrebbero anche revocare la loro scelta nel caso in cui “i leader della Georgia riconsiderino le loro azioni e adottino misure per portare avanti le aspirazioni democratiche ed europeo-atlantiche”.



D’altra parte – conclude Miller – se ciò non avvenisse “siamo pronti a intraprendere ulteriori azioni” contro il governo georgiano che non saranno “necessariamente legate solo a sanzioni personali”, ma potrebbero portare anche ad una “revisione completa delle relazioni” tra USA e Georgia. Si attende, nel frattempo, il parere dell’Alto rappresentante UE Josep Borrell, interpellato pochi giorni fa dal deputato Reuten che chiedeva – in un post su Twitter – di introdurre sanzioni anche a livello europeo.