Il Dipartimento della Giustizia degli USA a fine marzo ha aperto un’indagine contro alcune banche con sede in Svizzera in merito alla loro posizione poco chiara sulla guerra tra Russia ed Ucraina. Di fatto, il Paese neutrale ha condannato fermamente, seguendo l’esempio dei partner occidentali, l’aggressione nei momenti immediatamente successivi all’ingresso delle truppe di Mosca sul territorio di Kiev, ma ad oggi continua a mantenere dei rapporti privilegiati nei confronti di alcuni oligarchi. Secondo gli USA, insomma, la Svizzera o le sue banche, potrebbero condurre una sorta di doppio gioco nei confronti della Russia, condannandola solamente per facciata internazionale, ma senza aderire pienamente alle sanzioni internazionali.
Le accuse USA nei confronti della Svizzera: “Aiuta oligarchi ad aggirare le sanzioni”
Insomma, gli USA hanno deciso di chiarire approfonditamente quali siano i rapporti tra la Svizzera e la Russia, specialmente dal punto di vista dei suoi oligarchi. Non si tratta della prima indagine simile, perché già ad aprile il G7 sollevò la stessa questione, mettendo pressione a Berna e spingendola ad applicare alcune, timide, sanzioni. Ad oggi, tuttavia, le banche svizzere hanno bloccato solamente circa 7,5 miliardi di franchi dai capitali riconducibili agli oligarchi vicini allo zar.
Gli USA, però, rilevano che nelle banche della Svizzera sarebbero depositati oltre 200 miliardi di franchi complessivi. Per tale ragione, il Dipartimento della Giustizia di Washington accusa alcune banche, tra cui Ubs e Credit Suisse, di aver “aiutato alcuni oligarchi russi ad aggirare le sanzioni finanziarie”. Attualmente le banche elvetiche sarebbero sotto sorveglianza e non è ancora chiaro quali saranno gli esiti delle valutazioni del Dipartimento americano. Sempre secondo l’accusa degli USA verso la Svizzera, i capitali non bloccati dalle sanzioni “consentirebbero a Mosca di proseguire la guerra e di mettere in pericolo la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”. Dal conto suo la Svizzera non sembra intenzionata a rispondere alle accuse, ma visto anche che non ha mai fornito armamenti a Kiev, potrebbe essere che le pressioni occidentali cresceranno, spingendola a prendere una posizione definitiva.