L’ex politico democratico transgender Stacie Marie Laughton, eletto nel New Hampshire come rappresentante dello Stato nel 2012, è stato arrestato dalla polizia nella città di Nashua, con l’accusa di distribuzione di materiale pedopornografico. Si tratta di un’ulteriore indagine, che ha aggiunto una nuova condanna al lungo passato da criminale del politico e attivista, che già era stato in passato ritenuto colpevole di altri reati, non solo a sfondo sessuale , ma anche di truffe legate a carte di credito rubate e clonate, e minacce nei confronti di un centro medico.
Laughton, nato biologicamente uomo ma identificatosi successivamente come donna, fu il primo trans ad essere eletto in uno Stato Usa. Poi successivamente costretto a dimettersi dalla vita politica e ritirarsi in seguito alla prima condanna inizialmente per stalking nei confronti di una donna e poi dopo l’arresto per frode. Ora l’ex rappresentante dei democratici 39enne, dovrà rispondere di reati a sfondo pedopornografico, perchè trovato in possesso di materiale fotografico e video, che ritraggono minori abusati all’interno di un asilo.
Ex politico trans arrestato per pedofilia si difende “Sono malato”
Il sergente John Cinelli della polizia di Nashua, ha dichiarato in conferenza stampa che l’operazione nei confronti di Stacie Marie Laughton, è stata conclusa anche grazie alle testimonianze di alcune persone che avrebbero confermato che l’ex politico, distribuiva il materiale pedopornografico anche attraverso i canali social. Si tratta di video e foto con immagini esplicite di bambini che vengono abusati sessualmente, ripresi all’interno di un asilo, nel quale lavorava Lindsay Groves, ex compagna di Laughton.
Anche la donna quindi è stata arrestata con l’accusa di aver materialmente filmato gli abusi sui minori, circa 2500 files che avrebbe poi inviato via mail all’ex fidanzato. L’attivista trans si è difeso invocando l’infermità mentale, dicendo che a causa di una malattia psichica non adeguatamente curata, sarebbe costretto sistematicamente a compiere atti involontari. Una giustificazione che aveva già dato in seguito alla prima condanna, affermando di essere vittima di un problema medico, ma di non aver “mai fatto del male a nessuno“.