A pochi mesi dalle elezioni presidenziali, Joe Biden rilancia il progetto del muro al confine con il Messico. Il presidente dem aggirerà 26 leggi federali per costruire altri 32 chilometri di muro nella Rio Grande Valley. Pur poco convinto dalla funzionalità del muro, il numero uno della Casa Bianca ha spiegato di non poter fermare l’utilizzo dei fondi. Ma la mossa tornerà utile per fronteggiare l’emergenza migranti.
Come evidenziato dalla stampa statunitense, la costruzione del muro in Messico riguarderà la contea di Starr, in Texas, zona ad alta concentrazione di ingressi illegali nel Paese. Alejandro Mayorkas, segretario del dipartimento Usa della Sicurezza interna, ha spiegato: “Esiste attualmente una necessità acuta e immediata di costruire barriere fisiche in prossimità del confine degli Stati Uniti, al fine di prevenire gli ingressi illegali negli Stati Uniti nelle aree del progetto”.
Usa, Biden rilancia il muro con il Messico
Joe Biden “si scuserà con me e con l’America per averci messo così tanto a muoversi e aver permesso che il nostro Paese fosse inondato da 15 milioni di immigrati clandestini, provenienti da luoghi sconosciuti?”, la provocazione di Donald Trump su Truth. Il Tycoon ha aggiunto: “È così interessante guardare il corrotto Joe Biden infrangere ogni legge ambientale per dimostrare che avevo ragione quando ho costruito 560 miglia (nella storia si legge erroneamente 450) di nuovissimo, bellissimo muro al confine con il Messico. Come ho dichiarato spesso, nel corso di migliaia di anni, ci sono solo due cose che hanno sempre funzionato, le ruote e i muri”, riporta TgCom24. Ma il muro non è l’unico segnale della stretta di Biden sui migranti. L’amministrazione a stelle e strisce ha deciso che tutti gli immigrati venezuelani arrivati nel Paese dopo il 31 luglio dovranno essere rimpatriati. Anche il governo venezuelano ha confermato l’accordo per i rimpatri, con una dichiarazione in cui dà comunque la responsabilità dell’esodo dei suoi cittadini alle sanzioni imposte degli Stati Uniti, denunciandolo come “una diretta conseguenza delle misure coercitive unilaterali e del blocco della nostra economia”, riporta l’Adnkronos.