Joe Biden tra gli operai dell’auto in sciopero in Michigan: il presidente dem entra nella storia per essere il primo ad andare in mezzo a un picchetto. “Le aziende automobilistiche hanno avuto un periodo di difficoltà ma poi si sono riprese e ora meritate un aumento significativo, devono ridarvi quello che avete perso in questi anni”, le parole del numero uno della Casa Bianca, tra gli operai con cappellino da baseball e megafono in mano.



Considerazioni accolte da cori e applausi da parte degli operai con le braccia incrociate da dodici giorni per il rinnovo del contratto contro Gm, Ford e Stellantis. “È la prima volta di un presidente in carica che viene tra noi”, le parole di Shawn Fain, il presidente della Uaw: “Il nemico di oggi sono i miliardari, i ceo che fanno le riunioni e pensano che il futuro appartenga a loro. Noi, la working class, siamo stati lasciati indietro ma siano noi che facciamo il prodotto e siamo noi oggi ad avere oggi il potere”.



Usa, Biden tra gli operai dell’auto in sciopero

Una mossa strategica da parte di Biden in una fase in cui i sondaggi verso le elezioni del 2024 non sorridono. Il dem ha anticipato di un giorno la visita di Donald Trump, che però non sarà accolto da Fain: “Il sindacato sta combattendo la classe dei miliardari e un’economia che arricchisce persone come Donald Trump a spese dei lavoratori”. Ma il tycoon, intenzionato a correre come rivale di Biden nel 2024, ha una carta da giocare: la contrarietà alla svolta del suo successore a favore dei veicoli elettrici, temuti dagli operai perché richiedono meno manodopera. Ecco le sue parole riportate dall’Ansa: “Il mandato draconiano e indifendibile di Joe Biden sui veicoli elettrici annienterà l’industria automobilistica statunitense e costerà il lavoro a innumerevoli migliaia di lavoratori del settore automobilistico. Il corrotto Joe dovrebbe vergognarsi di mostrare la sua faccia davanti a questi americani laboriosi che sta pugnalando alle spalle. Con Biden, non importa quale sia la paga oraria che ottengono, tra tre anni non ci saranno più posti di lavoro nel settore automobilistico poiché arriveranno tutti dalla Cina e da altri Paesi. Con me ci saranno posti di lavoro e salari come non hai mai visto prima. La nostra economia crescerà!”.

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