Sembrano essere sempre più a rischio gli aiuti militari ed economici per l’Ucraina, martoriata da una guerra contro la Russia che va avanti dal febbraio del 2022, da parte degli USA. Lo riferisce, oltre alle numerose opposizioni che i pacchetti proposti dal presidente Biden continuano a riscuotere, un recente sondaggio condotto da Reuters e da Ipsos tra la popolazione americana. Potrebbe, a conti fatti, trattarsi dell’ennesima batosta contro i piani del presidente USA, che fatica sempre di più a trovare l’appoggio (obbligatorio affinché diventino effettivi) agli aiuti per l’Ucraina da parte del Congresso, in maggioranza repubblicana e che condivide le idee di Donald Trump, l’ex presidente in corsa per le elezioni 2024 che ha promesso un taglio netto alle forniture.
USA: solo il 41% degli americani favorevole agli aiuti per l’Ucraina
Insomma, a breve gli USA potrebbero vedersi costretti a ridurre l’entità degli aiuti in Ucraina, notizia che certamente metterà in difficoltà la buona riuscita della difesa di Kiev. Infatti, gli Stati Uniti sono i principali fornitori allo stato attuale delle cose, con 44 miliardi di dollari già versati a favore di Kiev, oltre alle dozzine di carri armati, ai migliaia di razzi e alle milioni di munizioni. Ad incidere pesantemente sul sostegno, oltre al parere contrario dei repubblicani, ci sarebbe anche l’avanzamento della controffensiva ucraina, ferma a causa delle vaste difese schierate dalla Russia.
Secondo il sondaggio di Reuters, inoltre, sono sempre di più gli americani che chiedono agli USA di rivedere l’entità degli aiuti a favore dell’Ucraina. Dal precedente sondaggio, condotto lo scorso maggio, era emerso come il 46% degli intervistati fossero favorevoli a fronte di un 29% contrario. Ora, invece, sono solo il 41% dei 1.005 americani che hanno risposto a dirsi favorevole a nuovi pacchetti, mentre il dissenso è salito al 35%. A livello di orientamento politico, il 52% dei democratici USA è favorevole agli aiuti all’Ucraina (rispetto al 61% di maggio), così come lo è il 35% dei repubblicani (precedentemente il 39%).