È da poco stato pubblicato dallo US Census Bureau il report annuale sullo status della popolazione, che compara i dati raccolti al primo luglio di ogni anno sulla popolazione residente negli Stati Uniti. Il primo dato interessante è che, se tra il luglio 2020 e il luglio 2021 c’era stato per la prima volta da decenni un calo della popolazione dovuto alla pandemia, l’anno successivo ha visto un nuovo aumento della popolazione residente negli Usa dello 0,4%, fino ad arrivare a oltre 333 milioni di residenti.



Tale crescita di popolazione è dovuta soprattutto agli stati del sud, guidati dal Texas che ha appena superato il muro dei 30 milioni di abitanti ed è secondo solo alla California, e dalla Florida, terzo stato più popoloso, che è cresciuta in un anno di circa l’1,9%, raggiungendo quota 22.244.000 abitanti. La crescita della popolazione in Texas è legata al numero delle nascite, che ha superato di oltre 118mila unità il numero dei morti, mentre in Florida è legata soprattutto all’immigrazione interna (ovvero da altri stati degli Stati Uniti) che ha raggiunto la cifra record di 318mila unità. Anche in California e nello stato di New York le nascite hanno superato le morti, tuttavia questi due Stati sono quelli che hanno subito la peggior diminuzione della popolazione tra il luglio 2021 e il luglio 2022: New York ha perso 180mila abitanti (pari a circa lo 0,9% della popolazione) e la California 113mila, pari a circa lo 0,3%. Gli altri stati che si sono distinti per crescita della popolazione superiore alle 100mila unità sono North Carolina e Georgia mentre l’altro stato che ha perso oltre 100mila cittadini è l’Illinois.



Le ragioni di questa forte migrazione interna (oltre 1 milione di cittadini Usa hanno cambiato residenza all’interno degli Stati Uniti) sono varie, ma sono accomunate da un minimo comun denominatore: gli stati governati dai democratici stanno perdendo popolazione in maniera sistematica a vantaggio di quelli a guida repubblicana. Le ragioni di questa fuga sono varie, ma si possono intravedere due aree di motivazione: quelle di tipo economico e quelle legate alla sicurezza.

Il costo della vita in alcune grandi città americane, sia della costa Est che della costa Ovest ha raggiunto livelli allarmanti, rendendo impossibile alle famiglie della classe media non solo l’acquisto di una casa, ma spesso anche l’affitto di un’abitazione a prezzi ragionevoli. Per riuscire a sopravvivere spesso i cittadini di Los Angeles o San Francisco sono costretti a far due lavori, arrotondando lo stipendio ordinario come autisti di Uber o come fattorini e il numero dei così detti “working poors” ovvero di chi pur con un lavoro non riesce a tenere standard di vita soddisfacenti, è in continuo aumento. La tassazione alta, fatta per sostenere politiche di welfare pubblico, e l’elevato costo del lavoro stanno portando alla fuga di molte aziende medio-grandi dalla California (il caso Tesla è solo il più conosciuto) verso il Texas, ma anche l’Arizona o il New Mexico, mentre sempre più lavoratori dell’informatica chiedono di lavorare al 100% in smart working, trasferendosi così in aree più tranquille e molto meno costose della Silicon Valley.



Le politiche di tolleranza verso i senza fissa dimora, i tossico-dipendenti, le gang afroamericane e in generale verso i piccoli reati come furti e taccheggi sostenute dai sindaci di alcune grandi città appartenenti alla galassia della sinistra liberal americana (Bill de Blasio a New York, London Breed a San Francisco, Lori Lightfoot a Chicago) unite al movimento Black Lives Matter, che ha chiesto e ottenuto il depotenziamento delle forze di polizia, hanno portato ad un’impennata dei crimini di sangue (797 omicidi a Chicago nel 2021, 396 a Los Angeles, 468 a new York), alla costruzione di vere e proprie baraccopoli cittadine (impressionanti alcune immagini che arrivano da San Francisco) e ad una generale sensazione di insicurezza da parte della popolazione civile.

D’altro canto, le tasse molto basse sia sulle imprese che sulle persone fisiche in Texas e Florida attirano importanti investimenti, e le politiche portate avanti dai governi repubblicani aiutano e sostengono natalità e famiglie (in Florida anche nei mesi più duri della pandemia le scuole hanno chiuso pochissimo) attirando cittadini da altri Stati ma anche attraendo dall’estero immigrazione qualificata.

Gli spostamenti di popolazione di cui sopra potranno avere conseguenze anche sul piano politico: i dati del report annuale sulla popolazione sono utilizzati per definire la distribuzione dei seggi tra i diversi stati per le elezioni della Camera dei rappresentati e per la distribuzione, sempre tra i diversi stati, dei grandi elettori chiamati ad eleggere il presidente. L’aumento della popolazione in Texas e Florida renderà i due stati, che nelle ultime elezioni si sono dimostrati fedelmente repubblicani, sempre più importanti per la conquista della maggioranza del Congresso e per la presidenza.

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI