«La Cina ruba i segreti dell’intelligenza artificiale per potenziare lo spionaggio», titola il Wall Street Journal riportando l’accusa dei funzionari Usa. La storia non è affatto recente. Nel luglio 2018, infatti, un ex dipendente di Apple, grazie ad una soffiata del team di sicurezza dell’azienda, è stato arrestato con l’accusa di aver rubato segreti commerciali relativi al programma di guida autonoma. Era all’aeroporto di San Jose, in California, pronto a imbarcarsi su un volo per Pechino quando è stato fermato dagli agenti federali. Una “scaramuccia” in una continua guerra tra Usa e Cina per la supremazia nell’intelligenza artificiale. Infatti, sono entrambi alla ricerca di ogni vantaggio per padroneggiare una tecnologia che ha il potenziale di rimodellare economie, geopolitica e guerra. Si ritiene che le capacità di intelligenza artificiale della Cina siano già formidabili, ma le autorità di intelligence Usa hanno recentemente lanciato nuovi avvertimenti che vanno oltre la minaccia del furto di proprietà intellettuale.



Infatti, FBI e altre agenzie ritengono che la Cina potrebbe usare l’IA per raccogliere e accumulare dati sugli americani su una scala mai vista prima. Non è, quindi, solo una questione di furto di segreti commerciali. Per Christopher Wray, direttore dell’FBI, la Cina, che è stata collegata a una serie di importanti furti di dati personali nel corso degli anni, potrebbe usare l’intelligenza artificiale come “amplificatore” per sostenere ulteriori operazioni di hacking. «Ora stanno lavorando per usare l’intelligenza artificiale per migliorare le loro già massicce operazioni di hacking, usando la nostra stessa tecnologia contro di noi».



INTELLIGENZA ARTIFICIALE, “GUERRA” TRA USA E CINA

La Cina, dal canto suo, ha negato di aver violato le reti Usa. Anzi, in estate il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha dichiarato che gli Stati Uniti sono «il più grande impero di hacking e il più grande ladro informatico globale» al mondo, in risposta alle accuse secondo cui Pechino avrebbe violato i sistemi di posta elettronica non classificati di diversi funzionari di alto livello dell’amministrazione Biden. I timori per l’uso dell’intelligenza artificiale da parte della Cina sono cresciuti a tal punto nell’ultimo anno che il direttore dell’FBI e i leader di altre agenzie di intelligence occidentali si sono incontrati in ottobre con i leader tecnologici del settore per discutere della questione, spiega il Wall Street Journal. Anche i produttori di tecnologia AI sono preoccupati che i loro segreti possano arrivare in Cina.



Gli analisti dell’intelligence Usa si preoccupano da anni e ritengono che la Cina stia raccogliendo dall’accumulo di enormi quantità di informazioni personali violate appartenenti a funzionari e dirigenti d’azienda americani. Parliamo di miliardi di dati in tutto, un tesoro informativo vasto. Brad Smith, presidente di Microsoft, ha confessato al WSJ che la Cina starebbe già usando le sue capacità di intelligenza artificiale per setacciare queste vaste serie di dati. «Inizialmente la domanda principale era se qualcuno, compresi i cinesi, avesse la capacità di utilizzare l’apprendimento automatico e fondamentalmente l’IA per federare questi set di dati e utilizzarli per il targeting. Negli ultimi due anni abbiamo avuto la prova che ciò è effettivamente avvenuto».

“CINA PUO’ COSTRUIRE DOSSIER SU OGNI CITTADINO”

Le autorità Usa ritengono che i servizi segreti della Cina stiano mettendo in relazione le informazioni sensibili contenute nei database rubati nel corso degli anni all’OPM, alle assicurazioni sanitarie e alle banche – tra cui impronte digitali, contatti con l’estero, debiti finanziari e cartelle cliniche personali – per individuare e rintracciare le spie statunitensi sotto copertura e individuare i funzionari con autorizzazioni di sicurezza. Glenn Gerstell, ex consulente generale della National Security Agency, ha dichiarato al WSJ: «La Cina può sfruttare l’intelligenza artificiale per costruire un dossier praticamente su ogni americano, con dettagli che vanno dalle cartelle cliniche alle carte di credito, dai numeri dei passaporti ai nomi e agli indirizzi dei genitori e dei figli. Prendete questi dossier e aggiungete qualche centinaio di migliaia di hacker che lavorano per il governo cinese, ed ecco una potenziale minaccia alla sicurezza nazionale che fa paura». Ma questa tecnologia può essere usata anche per individuare e mitigare gli attacchi, quindi come strumento difensivo. «Crediamo che se facciamo bene il nostro lavoro e siamo determinati a farlo bene, possiamo usare l’IA come uno scudo difensivo più potente di quanto possa essere usato come arma offensiva. Ed è questo che dobbiamo fare», ha concluso Smith.