Choc negli Stati Uniti dove un uomo condannato alla pena di morte, è spirato fra convulsioni e vomito a seguito dell’iniezione letale. Come riferisce l’edizione online de L’Avvenire, l’episodio si è verificato nello stato dell’Oklahoma, e l’esecuzione era stata inizialmente sospesa dal tribunale a causa delle preoccupazioni legale al cocktail di farmaci utilizzati per la condanna, ma in seguito la Corte Suprema di tendenza conservatrice ha revocato la sospensione di conseguenza il detenuto è stato sottoposto all’operazione.



A morire a seguito di un’agonia atroce, un 60enne afroamericano, primo detenuto condannato in Oklahoma dopo che una serie di precedenti esecuzioni fallite aveva portato ad una moratoria temporanea sulla pena capitale. Stando a quanto specificato dall’Oklahoma Department of Corrections, l’esecuzione è avvenuta rispettando i protocolli previsti. “John Grant ha iniziato a tremare poco dopo la prima iniezione”, sono le parole riportate da L’Avvenire del reporter Sean Murphy, che ha assistito all’esecuzione. “Ha avuto circa 20 convulsioni e ha vomitato diverse volte prima di svenire. Ho visto 14 esecuzioni, non ho mai visto niente del genere”.



CONDANNA A MORTE CHOC IN USA: “L’OKLAHOMA AVEVA BLOCCATO L’ESECUZIONE POI…”

Secondo quanto sostenuto dagli avvocati del detenuto poi morto, l’uso del midazolam sedatico, una sostanza contenente appunto nel cocktail per l’iniezione letale, sarebbe stata una punizione crudele violando i diritti costituzionali del proprio assistito. Lo stesso farmaco è stato infatti identificato come potenziale fattore responsabile di alcune esecuzioni fallite in Oklahoma, fra cui l’ultima del 2015, e che avevano portato appunto alla moratoria di cui sopra.

«L’Oklahoma aveva bloccato i suoi ultimi tre tentativi di esecuzione prima della sua pausa di sei anni, ma apparentemente non ha imparato nulla da quell’esperienza», ha commentato amaro Robert Dunham, che gestisce il Death Penalty Information Center. L’ufficio del procuratore generale dell’Oklahoma, come specificato sopra, aveva chiesto alla Corte Suprema di annullare la sospensione, e la più alta corte della nazione lo ha fatto poche ore prima dell’esecuzione.