Negli USA, più precisamente nello stato del Missouri, per la giornata di domani era fissata l’esecuzione di un condannato a morte, il 42enne Michael Tisius. Era, perché alcuni giurati a pochissime ore dall’esecuzione hanno firmato un affidavit consegnato al giudice in cui si dicono favorevoli (o “non contrari”) ad una commutazione della sentenza in ergastolo senza possibilità di condizionale. Un caso che starebbe in parte scuotendo l’opinione pubblica USA, divisa sulla questione di Tisius, il condannato a morte, mentre non sarebbe neppure chiaro se i giudici faranno in tempo a prendere una decisione, salvando l’uomo dall’esecuzione, oppure se il suo destino sia ormai stato scritto.
Condannato a morte negli USA, potrebbe essere salvato
La storia del condannato a morte negli USA risalirebbe ai primissimi anni 2000, quando Michael Tisius, assieme ad un amico, fece irruzione all’interno di un carcere per liberare un loro amico imprigionato. Durante l’assalto, però, Tisius, armato di pistola, ha ucciso due guardie carcerarie che si sono trovate sulla sua strada, professandosi sempre colpevole per il suo reato. Dopo 10 anni in prigione, nel 2010, la giuria a processo si sarebbe espressa contro l’uomo, condannandolo all’esecuzione, soprattutto in virtù del fatto che le guardie uccise furono due.
Il condannato a morte, infatti, secondo il tribunale USA si sarebbe potuto “salvare” se dopo il primo omicidio, avesse risparmiato il secondo uomo, cosa che però non avvenne. L’esecuzione della sentenza venne fissata per la giornata di domani, 6 giugno. Tuttavia, a 24 ore di distanza, sei dei giurati originali che condannarono Tisius hanno firmato un appello per il giudice, chiedendo la commutazione della sua pena. Infatti, i giurati sono stati contattati dall’avvocato dell’uomo che avrebbe raccontato loro della difficile infanzia del condannato a morte negli USA, fatta di abbandoni ed abusi che hanno lasciato segni indelebili nella sua psiche. I giurati sostengono che se fossero stati a conoscenza del passato del 42enne non avrebbero mai votato a favore dell’esecuzione, e sapendolo non sarebbero tranquilli con le loro coscienze. Il giudice, però, per ora non si sarebbe ancora espresso in merito ed occorrerà, probabilmente, attendere fino a domani.