LA REPLICA DELLA CORTE SUPREMA AL “LEAK”: “BOZZA CONFERMATA MA…”
La bozza non è affatto finta, anche se non è definitiva, come del resto già avevamo anticipato riportando le fonti giunte da “Politico” questa mattina. Dagli Usa giunge la nota secca della Corte Suprema Usa in merito alla possibilità di votare contro la sentenza Roe vs Wade per ribaltare il “diritto all’aborto” permesso dal 1973.
«Anche se autentico, il documento riportato non rappresenta una decisione della Corte o la sua posizione finale e quella definitiva dei suoi membri sul caso», si legge nelle dichiarazioni spontanee della Corte. Nel frattempo il Partito Democratico al Congresso si prepara alla battaglia con il leader dei “liberal” in Senato Chuck Schumer, il quale si è impegnato a convocare un voto sull’aborto. Da Nancy Pelosi a Joe Biden, le reazioni contro la possibilità del parere negativo sulla legge dell’aborto mosso dai giudici Samuel A. Alito Jr, Clarence Thomas, Neil M. Gorsuch, Brett M. Kavanaugh e Amy Coney Barrett. Il Presidente Usa ha così chiarito la sua posizione: «La bozza delle motivazioni con cui la Corte suprema si appresta a cancellare la storica sentenza ‘Roe v. Wade’ sull’aborto mette in discussione ogni decisione nella nostra vita privata e tutta una serie di diritti fondamentali».
LA CORTE SUPREMA USA SAREBBE VICINA AD ABOLIRE IL DIRITTO ALL’ABORTO
La Corte Suprema americana sarebbe molto vicina a votare per l’abolizione definitiva del diritto all’aborto negli Stati Uniti: a dirlo è l’autorevole media “Politico” che ha ricevuto in esclusiva la bozza del documento scritta dal giudice Samuel Alito. In quei fogli vi sarebbe impresso il parere della maggioranza “conservatrice” in Corte Suprema che esprime per l’appunto l’intenzione di annullare la storica sentenza del 1973 nota come “Roe vs Wade” che determina il diritto all’aborto nella complessa legislazione americana (poi confermata nel 1992 dalla decisione “Planned Parenthood vs Casey”).
La notizia era nell’aria da settimane, vista la maggioranza conservatrice presente dopo la Presidenza Trump presso la Corte Suprema: il parere effettivo verrà stilato il prossimo giugno ma nella bozza circolata in queste ore si legge distintamente, «ripudio totale e fermo alla sentenza, riteniamo che ‘Roe e Casey’ debba essere annullata». Il parere della Corte è netto nel contrapporsi alla linea “pro-choice”: «Roe aveva terribilmente torto fin dall’inizio: è tempo di dare ascolto alla Costituzione e restituire la questione dell’aborto ai rappresentanti eletti del popolo». Negli ultimi mesi diversi gli Stati americani che hanno voluto restringere le casistiche di accesso all’aborto, contrastati da altrettanti che invece hanno “allargato” le maglie: da qui l’intervento della Corte Suprema nell’esprimersi proprio su diverse leggi statali (la più importante è quella del Mississippi). In attesa che il parere sia realmente pubblicato (questa è solo una prima bozza, ndr) il dibattito negli Usa si fa infuocato, con manifestazioni di protesta spontanee subito sorte davanti alla Corte Suprema Usa a Washington.
LA SENTENZA ROE VS WADE E LA BATTAGLIA SULL’ABORTO NEGLI STATES
La legge del 1973, nota come sentenza “Roe vs Wade” garantiva alle donne di interrompere la gravidanza: ai giudici infatti veniva chiesto se il diritto all’aborto venisse riconosciuto anche in assenza di problemi di salute della donna o del feto. Il riferimento al 14esimo Emendamento della Costituzione Usa, con interpretazione specifica, fece ottenere la decisione in favore del diritto all’aborto, cambiando per sempre la storia dei diritti negli Stati Uniti. In sostanza, con quella sentenza di quasi 50 anni fa la Corte riconosceva il diritto all’interruzione di gravidanza in quanto limitazione dell’ingerenza statale. Jane Roe – nome di fantasia per coprire l’identità reale di Norma McCorvey – era una 16enne sposata con un uomo violento e dal quale ebbe due figlie: durante la terza gravidanza viene contattata da un team di avvocatesse le quali decisero di portare il caso di Norma-Roe in tribunale, per affermare il suo diritto ad abortire. A rappresentare lo Stato del Texas all’epoca fu l’avvocato Henry Menasco Wade. Sono passati 50 anni e ora la legislazione nazionale americana potrebbe nuovamente prendere una direzione a suo modo storica.