Si accentuano le divisioni e, soprattutto, gli scontri tra i Dem Usa che non sembrano trovare una posizione comune al loro leader, il presidente Joe Biden, sulla guerra in corso a Gaza, tra condanne per le azioni di Hamas, ma anche sempre di più per quelle di Israele. Solo recentemente, infatti, in un raid condotto nella Striscia dall’esercito israeliano sono rimasti uccisi sette volontari della Ong World Central Kitchen, mentre lo stesso giorno un secondo raid dell’Idf a Damasco ha scatenato l’ira dell’Iran, che ora promette vendetta.
Tornando ai Dem negli Usa, l’ultimo terreno di scontro con il presidente Biden riguarda la consegna avvenuta lunedì (giorno dei raid a Gaza e Damasco) di una fornitura di armi ad Israele, consegnate da Washington. Dopo le critiche, Antony Blinken (il segretario di Stato), ha spiegato che la consegna era già in programma da diversi anni, nell’ambito di una serie di “accordi decennali” con lo Stato Ebraico che prevedono la consegna annuale di 3 miliardi di dollari di armamenti. Così, alcuni Dem Usa, tra i quali anche l’ex speaker della camera Nancy Pelosi e la deputata Alexandria Ocasio-Cortez, hanno chiesto a Biden con una lettera che riporta 37 firme di ripensare “la consegna di armi offensive fino a quando un’indagine completa sul raid” non avrà fatto luce sull’accaduto.
La posizione di Biden, tra attacchi interni e l’Iran vicino all’entrata in guerra
Insomma, l’establishment dei Dem negli Usa sembra vacillare sempre di più, con i fedelissimi di Biden che iniziano a criticarlo sempre più aspramente. Difficilmente, comunque, la lettera porterà ad un cambio di rotta, dato che nonostante le critiche l’Amministrazione presidenziale continua a ripetere che la posizione su Israele non è mai mutata e che continuerà a supportare per quanto possibile il diritto dello Stato Ebraico a difendersi.
La spaccatura interna dai Dem Usa sarà ancora più evidente dopo che nei prossimi giorni la Casa Bianca e Biden si troveranno a rispondere ad ua risoluzione dei Repubblicani nella quale si denunciano le pressione unilaterali dell’Amministrazione su Israele, oltre che criticare la richiesta di un “immediato cessate il fuoco” e la risoluzione Onu recentemente votata sull’argomento. Similmente, mentre le pressioni interne diventano sempre più forti, Biden si trova anche a fare i conti con l’Iran, che dopo il raid su Damasco ha promesso una vendetta nei confronti di Israele, che secondo fonti degli 007 Usa verrà messa in atto “entro una settimana“. I possibili obbiettivi sono chiari e ben definiti, ma l’eventuale attacco da parte di Teheran potrebbe comportare una serie di reazioni a catena che trascineranno tutto il Medio Oriente in guerra.