Usa e Europa hanno sanzionato la Russia in tutti i settori, ma non quello dell’uranio. Le centrali nucleari degli Stati Uniti dipendono ancora da Mosca per quanto riguarda l’approvvigionamento del combustibile, che viene acquistato dall’agenzia nazionale Rosatom per un miliardo di dollari l’anno. Lo riporta il New York Times, che sottolinea anche che la materia prima proveniente da Mosca generà più della metà dell’energia pulita che attualmente viene fornita ai cittadini. Per questo motivo, oltre che una dipendenza per una fattore energetico, sussiste anche quella dell’ambiente.
Senza l’uranio arricchito dalla Rosatom infatti, l’America non potrebbe raggiungere più gli standard previsti per il cambiamento climatico. Oltre a questo il quotidiano afferma che, l’amministrazione Biden sovvenzionando l’agenzia atomica statale, potrebbe anche contribuire a finanziare la guerra in Ucraina, visto che Putin conta su queste entrate annuali che rappresentano la più grande fetta di mercato per l’uranio e contemporaneamente sono ben noti i legami stretti tra Rosatom e l’esercito russo. In ogni caso, sarebbe impossibile trovare un fornitore alternativo di combustibile per le centrali Usa.
Perchè gli Usa continuano ad acquistare uranio arricchito dalla Russia
L’agenzia nazionale russa per il nucleare Rosatom continua a ricevere un miliardo di dollari l’anno dagli Stati Uniti per l’acquisto di uranio arricchito da impiegare nelle centrali occidentali. Questo, come riportato dal New York Times, evidenzia un legame che ancora sussiste non solo tra la Casa Bianca e Mosca, ma anche finanziamenti che poi potrebbero essere dirottati verso operazioni militari dell’esercito di Putin in Ucraina. Tagliare i ponti comporterebbe una spesa enorme oltre alla mancanza di alternative.
L’uranio provenienente dalla Russia è pari ad un terzo di tutto quello utilizzato dagli Usa, e non esistono partner più efficienti o economici al momento sul mercato. Per questo motivo, come sottolinea il quotidiano, la strategia di Mosca potrebbe essere quella di avviare la chiusura del canale di approvvigionamento per ritorsione politica. Questo metterebbe in seria difficoltà la già vulnerabile stabilità del commercio dei combustibili, diminuito notevolmente dall’inizio del conflitto, eliminare del tutto Putin come partner in queste operazioni significherebbe un aggravio di spesa che sia Usa che Europa non possono permettersi.