L’industria della ristorazione americana corre ai ripari. I bassi salari che hanno sempre contraddistinto il settore hanno generato un tasso di abbandono tra i lavoratori piuttosto elevato. E ora ci si mette anche l’inflazione, che riduce il potere di acquisto degli stipendi e spinge il personale a guardare verso altre tipologie di impiego. La conferma viene dai dati. Un recente studio condotto negli Usa da One Fair Wage rivela che oltre la metà dei lavoratori del comparto (53%) si dice pronto a lasciare il lavoro, proprio a causa di salari e mance troppo bassi. E non solo. Quasi 8 lavoratori su 10 – dice sempre la ricerca – affermano di essere disponibili a restare nei ristoranti o a riprendere il lavoro solo a condizione di ricevere una paga sufficiente a garantire un dignitoso livello di vita. Per molti locali oltreoceano, quindi, l’aumento dei salari è diventato una necessità: la strada per mantenere in attività il personale.



E che non si tratti di sola teoria lo testimoniano anche le mosse di grandi nomi del settore. Negli Usa, per esempio, McDonald’s ha annunciato un piano che, grazie a un aumento del 10%, porterà la paga media dei ristoranti di proprietà dell’azienda a superare i 13 dollari l’ora. Con l’obiettivo dichiarato di arrivare a oltrepassare la soglia dei 15 entro il 2024. Il provvedimento è destinato a interessare una platea molto vasta, si parla di più di 36.500 dipendenti, e riguarderà non solo le figure entry level, che potranno così contare su una retribuzione compresa tra 11 e 17 dollari, ma anche i manager, che potranno beneficare di una paga variabile tra i 15 e i 20 dollari. Va detto però che solo il 5% circa dei ristoranti statunitensi dell’azienda è di proprietà e ciò significa che per il restante 95% delle sedi nel mercato Usa, i salari continueranno a essere determinati dall’affiliato che gestisce il ristorante.



La mossa di McDonald’s non è comunque isolata. Già dal 2021 Chipotle Mexican Grill ha annunciato di avere alzato a 15 dollari la paga media oraria dei propri dipendenti. E c’è di più. Chipotle ha infatti introdotto anche un bonus di 200 dollari per i dipendenti comuni e una gratifica di 750 dollari per figure più apicali.

Il problema del reclutamento dei lavoratori nel fuori casa non è tuttavia una prerogativa solo americana. Secondo le elaborazioni fatte dall’Ufficio Studi di Fipe-Federazione Italiana Pubblici Esercizi sulla base dei dati provenienti dall’analisi Excelsior-Unioncamere, in Italia sono circa 50mila i cuochi, camerieri e baristi dei quali le imprese del settore avrebbero bisogno, ma che fanno fatica a trovare. Sul banco degli imputati nel nostro Paese sale soprattutto la mancanza delle competenze necessarie per ricoprire questi ruoli nei pubblici esercizi. Ma forse una maggiorazione salariale potrebbe aiutare anche da noi.



— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI